Call center, preoccupazione per i lavoratori

La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Boggio della Transcom getta ombre anche sull’Aquila

L’AQUILA. C’è preoccupazione anche tra i politici abruzzesi a seguito della vicenda giudiziaria che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare a carico di Roberto Boggio, titolare della società Transcom e considerato re dei call center. La vicenda che ha portato Boggio ai domiciliari riguarda l’aggiudicazione da parte della società Transcom, in associazione temporanea di imprese, di un mega-appalto per la gestione del call center di Inps-Inail dal 2010 al 2016, i cui costi – secondo l’accusa – sarebbero lievitati da 120 milioni a 450 milioni di euro. Le ripercussioni al momento non sono prevedibili «tuttavia, temiamo per le sorti del call center di Pettino che conta centinaia di dipendenti», sottolinea il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli. La Transcom, presente in città fino al sisma del 2009, ha dato in subappalto al consorzio aquilano che gestisce il call center “Lavorabile” la mega-commessa Inps finita nell’inchiesta. «Bisogna sempre distinguere le singole responsabilità da parte di questa persona rispetto a quelle dell’azienda», valuta Lolli. «Io, comunque, mi batterò e sin da subito mi sono mosso affinché si riesca a preservare quel pezzo di commessa che veniva affidato all’Aquila e veniva qui lavorato. Si tratta di un impegno importante per questo territorio, in ballo ci sono infatti le sorti di moltissime famiglie».

PD IN CAMPO. Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale del Pd, Stefano Palumbo, capogruppo Pd in consiglio comunale e Stefano Albano ,segretario locale del Pd, intervengono sul futuro dei lavoratori dei call center: «Non possiamo che salutare con favore la nascita dell’associazione “Lavori@amo per L’Aquila”», scrivono. «Tutte le iniziative utili per tutelare i lavoratori e promuovere l’occupazione, in particolare per un settore sensibile come quello dei call center che nella nostra città conta un numero ragguardevole di addetti, sono positive. Il plauso e l’attenzione da parte nostra sono del resto logiche: fummo i primi, nel gennaio 2014, a promuovere una mozione presentata nei consigli comunale e provinciale che sollecitava riguardo e iniziative a sostegno del settore dei call center. A quasi tre anni da allora, il comparto sta vivendo una fase difficile e vanno cercate soluzioni adeguate».