Case B e C, ultimo assalto a Fintecna
Termine scaduto, fila allo sportello. Protezione civile: 10mila domande.
L’AQUILA. Ultime file allo sportello Fintecna di Coppito. Quelli con le borse a tracolla sono i tecnici. Gli altri, quelli che fanno la spola tra la macchinetta del caffè e la porta che ogni tanto si apre per prendere i nomi di una confusissima fila, sono quelli che aspettano i soldi per riparare le case B e C. All’ultimo tuffo.
VENERDÌ NERO. Un venerdì nero per tanti aquilani che si sono piazzati davanti allo sportello per depositare la perizia tecnica con allegata richiesta di contributo per le riparazioni della cosiddetta ricostruzione leggera. Una giornata frenetica per ingegneri e architetti, molti dei quali hanno trascorso tutta la notte al tavolo di lavoro per presentare in tempo le domande. Il termine, già prorogato, per la presentazione delle istanze è infatti scaduto ieri. Non sono previste proroghe, almeno al momento. Il che preoccupa soprattutto gli ordini professionali. L’allarme è stato lanciato già da tempo dal presidente dell’ordine degli ingegneri Paolo De Santis, il quale ha chiesto chiarezza sui dati relativi alle domande realmente presentate ed effettivamente trattate dalla filiera Fintecna, Reluis, Cineas (per le verifiche tecniche e amministrative) e Comune (per l’erogazione dei contributi).
I CONTI. La Protezione civile, in serata, ha fatto sapere che «il numero delle domande accettate dallo sportello Fintecna supera quota 10mila». Un dato aggregato che, nelle prossime ore, verrà esaminato nel dettaglio. Anche per vedere quante ne mancano all’appello. Il 7 dicembre, al Centro, il professore Mauro Dolce, il padre del progetto Case, ha detto che la struttura aspettava 15mila domande complessive e che, a quella data, ne mancavano 10mila. Ieri, dieci giorni dopo, i numeri forniti sono cresciuti. Ma in attesa di una valutazione più approfondita in tanti sono rimasti fuori. Gli ordini hanno chiesto che si faccia un monitoraggio per vedere se le domande che non sono state presentate si riferiscono a seconde case oppure a edifici abbandonati Non si esclude che, nelle prossime ore, possa essere preso un provvedimento per reinserire gli esclusi.
TECNICI IN ALLERTA. Molti studi professionali, negli ultimi giorni, hanno lavorato a tempo pieno, senza soste. Molti cittadini hanno provato fino all’ultimo a contattare ingegneri e architetti per avere una perizia «al volo» ma non tutti sono stati accontentati. Che farà chi è rimasto fuori? È probabile che gli esclusi dallo studio di ingegneria passeranno direttamente a quello legale, per valutare se ci sono gli estremi per ricorrere cercando di superare l’ostacolo della scadenza dei termini.

VENERDÌ NERO. Un venerdì nero per tanti aquilani che si sono piazzati davanti allo sportello per depositare la perizia tecnica con allegata richiesta di contributo per le riparazioni della cosiddetta ricostruzione leggera. Una giornata frenetica per ingegneri e architetti, molti dei quali hanno trascorso tutta la notte al tavolo di lavoro per presentare in tempo le domande. Il termine, già prorogato, per la presentazione delle istanze è infatti scaduto ieri. Non sono previste proroghe, almeno al momento. Il che preoccupa soprattutto gli ordini professionali. L’allarme è stato lanciato già da tempo dal presidente dell’ordine degli ingegneri Paolo De Santis, il quale ha chiesto chiarezza sui dati relativi alle domande realmente presentate ed effettivamente trattate dalla filiera Fintecna, Reluis, Cineas (per le verifiche tecniche e amministrative) e Comune (per l’erogazione dei contributi).
I CONTI. La Protezione civile, in serata, ha fatto sapere che «il numero delle domande accettate dallo sportello Fintecna supera quota 10mila». Un dato aggregato che, nelle prossime ore, verrà esaminato nel dettaglio. Anche per vedere quante ne mancano all’appello. Il 7 dicembre, al Centro, il professore Mauro Dolce, il padre del progetto Case, ha detto che la struttura aspettava 15mila domande complessive e che, a quella data, ne mancavano 10mila. Ieri, dieci giorni dopo, i numeri forniti sono cresciuti. Ma in attesa di una valutazione più approfondita in tanti sono rimasti fuori. Gli ordini hanno chiesto che si faccia un monitoraggio per vedere se le domande che non sono state presentate si riferiscono a seconde case oppure a edifici abbandonati Non si esclude che, nelle prossime ore, possa essere preso un provvedimento per reinserire gli esclusi.
TECNICI IN ALLERTA. Molti studi professionali, negli ultimi giorni, hanno lavorato a tempo pieno, senza soste. Molti cittadini hanno provato fino all’ultimo a contattare ingegneri e architetti per avere una perizia «al volo» ma non tutti sono stati accontentati. Che farà chi è rimasto fuori? È probabile che gli esclusi dallo studio di ingegneria passeranno direttamente a quello legale, per valutare se ci sono gli estremi per ricorrere cercando di superare l’ostacolo della scadenza dei termini.