Caso Kessler, i gemelli Felli: «Scelta comprensibile, è un rapporto unico»

19 Novembre 2025

Parlano i due fratelli di Celano: «Il nostro legame è scritto nel Dna. Certe cose non si possono spiegare, se uno sta male lo percepiamo a distanza»

CELANO. Una morte, anzi due, e la scelta di lasciare la vita insieme. Una decisione, quella delle gemelle Kessler, che interroga tutti, anche se «solo chi vive quel rapporto sa cosa significa», dice Giovanni Felli, di Celano. Il suo legame con il gemello Mario è «simbiotico», qualcosa a cui «il rapporto tra fratelli non si può avvicinare». C’è, secondo Giovanni, una «predisposizione diversa», che forse «è scritta nel nostro Dna», ma che va anche al di là delle spiegazioni scientifiche, quelle «razionali». «Può stare anche a migliaia di chilometri di distanza, ma se non sta bene, lo sento», racconta, «tra noi siamo protettivi, ci dobbiamo vedere, sentire sempre. Ci chiamiamo spesso, magari anche per 30 secondi, solo per sentire come stai, ma è una necessità»

Sono gli aneddoti, prosegue Giovanni, che meglio di tutto il resto raccontano «ciò che a parole non si può spiegare». Come quella volta che Mario lo chiamò per dirgli che aveva l’appendicite: «Poco dopo averlo sentito al telefono, cominciai a sentire dei dolori. Alla fine, avevo l’appendicite anche io. Mi sono operato una settimana dopo di lui», dice. Oppure c’è stata quella volta in cui per Natale i due gemelli si sono fatti – senza saperlo – lo stesso regalo. Un paio di stivali «che erano addirittura dello stesso colore!».

Ancora più emblematica la richiesta che Giovanni fece a Mario dopo il suo matrimonio: «Io e lui, fin quando vivevamo nella stessa casa, condividevamo la stanza. Quindi, quando mi sposai e mi trasferii in una nuova casa, fu una sorta di choc. Non me ne accorsi subito: dopo un paio di mesi dal trasferimento, cominciai ad andare ad avere l’ansia, a dormire male. Per farmela passare, dovetti chiedere a Mario di venire come ospite a casa nostra per un paio di giorni. La verità è che non ci eravamo salutati, forse non avevamo salutato quella parte della nostra vita che avevamo passato insieme. E questo, anche se all’inizio non lo capivo, mi faceva soffrire».

È proprio alla luce di questo rapporto tra gemelli che Giovanni dice di «capire la scelta delle Kessler», soprattutto perché «avevano scelto di non mettere su famiglia per conto proprio, ma che loro due sarebbero state la loro unica famiglia. Hanno scelto di passare insieme tutta la vita insieme e di finirla nello stesso modo: la logica conseguenza di questa decisione».

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