L’AQUILA. «Figli di p..., pezzi di m..., io vi ammazzo, mi fate schifo, andate aff..., str...i». Epiteti e minacce risuonati domenica pomeriggio in tutto il terminal di Collemaggio da parte di Iurie Cerneavschi, 27enne di origini moldave ma residente a Prata D’Ansidonia. Il bersaglio: due agenti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura dell’Aquila, richiamati proprio dal comportamento dell’uomo, fino ad allora dedito ad arrecare disturbo alla quiete pubblica. Una condotta poi reiterata nei confronti degli agenti, con il 27enne che ha sputato nella loro direzione una volta palesatisi nell’intento di identificarlo.

Poi i calci, che raggiungono uno dei poliziotti dapprima a un ginocchio e poi a una coscia. Quindi il tentativo di immobilizzare il fermato, che però appare in forte stato di agitazione per via della presumibile precedente assunzione di alcol o sostanze stupefacenti. E il tentativo di resistenza, con l’uomo che si dimena urlando imprecazioni e minacce. Cinque i giorni di prognosi poi refertati in ospedale all’agente raggiunto dai calci. Tanto che ieri, per l’uomo, – processato per direttissima e difeso dall’avvocato Lorenzo Cappa – è arrivata la convalida dell’arresto, decisa dal giudice Tommaso Pistone.

L’episodio rilancia l’allarme sulle condizioni di sicurezza del terminal di Collemaggio, crocevia di studenti e pendolari. Ma sempre più distintosi negli ultimi anni per episodi di spaccio e violenza. Violenze che a quanto pare non risparmiano nemmeno gli agenti di pubblica sicurezza. In passato, infatti, un vigile urbano intervenuto per sedare una rissa tra giovanissimi è stato poi raggiunto da uno spray urticante negli occhi mentre un vigilantes è stato a sua volta costretto, in un’altra occasione, a barricarsi all’interno della sua postazione e chiamare aiuto. 

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