Castelnuovo, la rinascita: via ai lavori dopo 14 anni 

Tre bimbi sollevano il tricolore che nasconde la simbolica pietra della ricostruzione Il borgo fu raso al suolo dalla scossa. Interventi da 10 milioni di euro su 6 aggregati

SAN PIO DELLE CAMERE. Ci sono gesti simbolici che a volte segnano la storia della difficile ricostruzione post-sisma 2009. Ieri mattina a Castelnuovo, frazione di San Pio delle Camere, è stata posata la “prima pietra” di quello che sarà il nuovo borgo. E in questo caso “nuovo” non è un modo di dire. Il centro storico di Castelnuovo – la parte che la popolazione locale chiama il Castello – il 6 aprile del 2009 alle 3.32 fu cancellato. Ci furono 5 vittime. Tutto quello che era giunto fino a noi dalla “profondità” dei secoli finì nella polvere acre del dolore e dei ricordi. La strada per arrivare al “gesto simbolico” di ieri è stata lunga e travagliata. Ma da queste parti non si sono arresi. Certo, resta l’amarezza per il fatto che sono passati ormai 14 anni, ma oggi è inutile guardarsi indietro se non per evitare il ripetersi di errori e ritardi.
IL RITORNO
La cosa che ha emozionato molti di coloro che ieri sono “saliti” al Castello di Castelnuovo è stata quella di aver finalmente rivisto donne, uomini e soprattutto bambini camminare e correre a fianco alla chiesa parrocchiale di cui restano poche tracce; al monumento ai caduti che delimita il belvedere che si affaccia su una natura incontaminata punteggiata dalle tracce delle antiche popolazioni che qui vennero ad abitare; lungo le strade dove fino al 2009 batteva forte il cuore di Castelnuovo. È stato il sindaco di San Pio delle Camere, Pio Feneziani, che nel suo intervento ha ricordato il paese che fu, le serate estive passate all’aperto, le feste, i giochi, la musica in piazza, la serenità che il borgo sapeva regalare ai suoi “figli”. Il primo cittadino però è stato anche realista. «La posa di questa prima pietra è importante» ha detto «ma è solo l’inizio della ricostruzione» e ha sottolineato che c’è ancora tutto da fare, ad esempio, sul fronte dei sottoservizi, dei lavori alla chiesa parrocchiale, del consolidamento dell’area dove ci sono delle cavità.
IL PUNTO
Il centro storico di Castelnuovo – che dopo le demolizioni assomiglia a un’area archeologica – ha sei grossi aggregati per un finanziamento complessivo previsto di 10 milioni di euro. Tre hanno completato l’iter burocratico fra cui quello – con la posa della prima pietra – dove sono partiti i lavori affidati all’impresa fratelli Di Nardo. Gli altri sono in dirittura d’arrivo. Difficile fare previsioni. Per vedere tutti i cantieri conclusi ci vorrà qualche anno. Ma intanto qualcosa si muove.
GLI INTERVENTI
Ieri mattina al fianco del sindaco Feneziani c’erano il senatore Guido Quintino Liris e il dirigente dell’ufficio speciale (Usrc) con sede a Fossa, ingegner Raffaello Fico. Il parlamentare ha sottolineato l’impegno dei livelli politici, a partire dal governo, per la rinascita non solo materiale dei borghi distrutti dal terremoto. Liris ha parlato della necessità di avere la massima attenzione alle aree interne attraverso le infrastrutture, la tutela dell’ambiente, la sfida digitale. L’ingegner Fico ha affermato che molto probabilmente entro l’anno tutti i cantieri dei sei aggregati di Castelnuovo potranno partire e ha puntato l’attenzione sul lavoro che già si sta facendo per la rigenerazione urbana e la promozione culturale.
PARLA L’INGEGNERE
Particolarmente emozionato e alla fine anche commosso, l’ingegner Lorenzo Fanale, originario di Castelnuovo che ha seguito, fra gli altri, il progetto del primo aggregato ora in ricostruzione. «Abbiamo redatto i progetti» ha detto Fanale «con l’obiettivo di garantire elevatissimi standard di sicurezza e comfort ambientali, ma cercando, per quanto possibile, di ricostruire le viste, gli scorci, a noi tanto cari. Spesso ci siamo adoperati in uno sforzo di memoria, a occhi chiusi, ricordando momenti del passato che ci aiutassero a ridisegnare i vicoli, gli ingressi, le stanze ormai crollate. È stata un’esperienza intensa. Oggi è un giorno che vorrei paragonare ad un terzo tempo di una partita di rugby. Tutti insieme, come una squadra, abbiamo lottato per raggiungere la meta. Il nostro merito è stato quello di non arrenderci alla tentazione dell’abbandono. Abbiamo creduto sin dal principio che questo giorno sarebbe arrivato, che questa sfida potevamo vincerla. Che potevano ricostruire il Castello. E lo abbiamo fatto in un momento in cui quasi nessuno ci credeva. Ci siamo dovuti imporre, per così dire, anche con decisione, con forza. La più grande soddisfazione è che ci siamo riusciti e che oggi siamo qui, con la comunità tutta, e sono sicuro che molti ci guardano da lassù. Ci sono ancora tante sfide da affrontare. E ognuno di noi deve proseguire per la strada intrapresa. Siamo solo all'inizio e c'è tanto da fare, ma sono sicuro, che tutti insieme possiamo farcela. Forza Castelnuovo». Dopo l’ingegner Fanale ha parlato Sergio De Cesare, presidente dell’aggregato, il quale ha voluto ringraziare tutti, e in particolare i proprietari-soci, che hanno mostrato «grande spirito di collaborazione». Presente alla cerimonia anche Paolo Federico, sindaco di Navelli e coordinatore dell’area omogenea nella quale ricade Castelnuovo.
PRIMA PIETRA
Terminati gli interventi c’è stata la cerimonia della posa della prima pietra sulla quale è stato inciso lo stemma del paese. Tre bambini – il nuovo borgo sarà soprattutto per loro – hanno sollevato la bandiera tricolore sotto la quale c’era la pietra simbolo. Il parroco Ogudu Don Hyginus Emeka ha impartito la benedizione e poi – a partire dal sindaco – alcuni dei presenti con una cazzuola hanno inserito il cemento. A quel punto un applauso è “volato” in segno di speranza e buon auspicio.
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