Celano, il consiglio approva il bilancio e Piccone ritira le dimissioni da sindaco

Il senatore del Pdl torna indietro sulla decisione presa il 27 marzo scorso dopo l'approvazione, a maggioranza, del bilancio in una seduta accesa in cui non sono mancati toni forti e continue uscite dall'aula da parte dell'opposizione

CELANO. Il consiglio comunale approva il bilancio a maggioranza e il sindaco Filippo Piccone ritira le dimissioni. Nell'accesa seduta di questa mattina, dove non sono mancati toni forti e continue uscite dall'aula da parte dell'opposizione, il senatore del Pdl torna indietro sulla decisione presa il 27 marzo scorso, quando non si era presentato in consiglio ufficializzando le dimissioni «per motivi personali». In realtà aveva assunto la decisione perché non c'erano i numeri per approvare il bilancio.

«Rassegnare le dimissioni quando non ci sono più i numeri per governare», ha affermato Piccone, al termine della lunga seduta consiliare, «è doveroso per un sindaco ed è altrettanto gesto di responsabilità verso i cittadini revocarle quando la maggioranza mostra compattezza e volontà nel proseguire l'attività amministrativa per portare a compimento il programma proposto agli elettori. Questa situazione», ha aggiunto il sindaco, «non ha fatto altro che convincermi definitivamente del fatto che devo portare alla fine questa legislatura e dare risposte a quelli che ci hanno votato. Mi convinco sempre di più che se in questa città questi sono lo spessore e il calibro dell'opposizione, noi non solo dobbiamo finire la legislatura, ma dobbiamo velocemente lavorare per preparare anche la prossima perché si faccia in modo che a Celano non tocchi un governo che non ha a cuore le sorti della città, ma solo un'attività politica fine a se stessa».

Piccone, di fronte all'intenzione di replicare alla sua comunicazione da parte dell'opposizione, ha deciso di uscire dall'aula insieme ad altri consiglieri di maggioranza. La minoranza ha ribadito l'illegittimità del consiglio e presentato un esposto alla Corte dei conti, alla Procura e al Prefetto. Secondo l'opposizione, infatti, era necessario modificare i punti già approvati nel consiglio della seconda convocazione del 28 marzo in cui era presente solo l'opposizione più l'ex vicesindaco, e quindi l'ordine del giorno di oggi non si doveva discutere.

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