Celano in un saggio, racconto di cinque secoli 

Dalla storia della chiesa di San Rocco nasce l’opera di Grossi e Pestilli: domenica la presentazione

CELANO. Alla Confraternita Maria Santissima del Giubileo aver riportato la chiesa di San Rocco al suo antico splendore, dopo averne commissionato il restauro, non è bastato. L’evento andava celebrato con uno studio sull’importanza che la chiesa e l’annesso ospedale hanno avuto nella storia di Celano. La scelta è caduta sul professor Giuseppe Grossi e su Diego Pestilli: grande studioso della storia della Marsica e archeologo il primo, restauratore di talento il secondo. Ne è nato un saggio, dal titolo “San Rocco e l’ospedale di Celano - Historia & Monumenta”, che verrà presentato domenica alle 18, in piazza Aia. Gli avvenimenti che hanno visto la chiesa protagonista non vengono raccontati come fatti a sé stanti, ma posti sempre in stretta relazione con le vicende storiche della città. Questo porta gli autori ad ampliare gli orizzonti della loro ricerca: dalle vessazioni feudali alla transumanza, dalla peste del 1656 al prosciugamento del lago, dal dramma dell’emigrazione al sisma del 1915, dalla Riforma agraria del 1950, al boom economico degli anni ‘60 e ‘70. Il libro risulta così essere una documentatissima ricostruzione del tessuto economico e sociale di Celano dal Rinascimento all’età contemporanea. Il culto di San Rocco, protettore degli appestati, lo si fa risalire alla metà del Cinquecento. Ma la scoperta nel 2017, durante i lavori di restauro, di una scritta, con l’offerta di un ex voto, sulla parete della chiesa, lo anticipa alla fine del Quattrocento. La fortuna della chiesa e lo sviluppo locale del culto, spinse Alfonso II Piccolomini, nel 1543, a creare accanto alla chiesa un ospedale, per assistere gli infermi, ma anche per accogliere i poveri, i pellegrini e i bambini abbandonati. Ospedale potenziato dai suoi successori. La fine del Cinquecento vede anche il termine della famiglia Piccolomini a Celano. Alfonso IV, abbandonato dalla moglie Costanza, si trasferisce a Napoli dove, fra donne e gioco, accumula un debito di 270mila ducati. Per risanare il bilancio, insieme alla banda di Marco Sciarra, si dà a scorrerie in Abruzzo e nello Stato pontificio. Nel 1591 viene preso e impiccato a Firenze. Lo stesso anno la moglie per far fronte ai debiti, vende per 357mila ducati la Contea di Celano e la Baronia di Pescina a Camilla Peretti, sorella del papa Sisto V. Il Seicento per Celano fu contrassegnato da estrema povertà, epidemie, rivolte popolari, come l’occupazione il 9 gennaio 1648 del Castello repressa nel sangue, e un fortissimo terremoto (1695) che distrusse parzialmente il paese. Ai Paretti subentrarono i Savelli e a questi nel 1712 gli Sforza Cesarini. Ulteriori danni alla chiesa e all’ospedale furono arrecati da due terremoti, verificatisi nel 1706 e nel 1778. Ogni volta li si è restaurati col contributo dei fedeli. Col terremoto del 1915 essi perdevano i connotati originali. Dopo vari interventi nel corso del ‘900, lo scorso anno, il definitivo restauro della chiesa. L’ospedale, di proprietà del Comune, è oggi adibito a centro per anziani.