Cervo attraversa la strada e danneggia una macchina, Regione condannata
Secondo quanto stabilito dal giudice di pace dell'Aquila, un automobilista dovrà essere risarcito dall'Ente. I fatti risalgono all'agosto 2020
TIONE DEGLI ABRUZZI. Fa discutere la sentenza del giudice di pace dell'Aquila che ha condannato la Regione Abruzzo a risarcire i danni materiali subiti da un automobilista a causa dell'attraversamento della strada da parte di un cervo di grosse dimensioni.
Nell'agosto 2020 il conducente del veicolo stava percorrendo la provinciale 46, nel comune di Tione degli Abruzzi, all'interno del Parco Sirente-Velino, quando all'improvviso era stato preso in pieno dall'animale selvatico, che attraversava la strada in questione. Il cervo aveva impattato con violenza contro il mezzo, procurando ingenti danni alla carrozzeria. A quel punto l'uomo, con il patrocinio dell'avvocato Carlotta Ludovici, si era visto costretto a rivolgersi alla giustizia per avanzare richiesta di ristoro.
Dopo una lunga istruttoria testimoniale e documentale, il giudice ha emanato la sentenza di condanna a carico della Regione, evidenziando che sulla strada al momento dell’incidente non erano presenti dissuasori, segnali luminosi e acustici di pericolo, né segnaletica di attraversamento animali selvatici, guard rail e illuminazione pubblica. Inoltre si ribadiva l'orientamento giurisprudenziale pressoché unanime in virtù del quale, in caso di incidenti provocati da fauna selvatica, unica ed esclusiva responsabile è la Regione Abruzzo.
"Ancora una volta ci troviamo ad assistere ad eventi gravi e perigliosi, riconducibili a condotte colpevoli imputabili all'Ente Regione, il quale non ha predisposto tutte quelle misure idonee (ad esempio sistemi di ritenzione o di dissuasione ottica) dirette ad evitare che la fauna selvatica arrechi danni a cose o a persone, come purtroppo accaduto nel caso specifico con conseguenze limitate soltanto grazie alla prudenza dell'automobilista. Le misure idonee di cui disquisisce in sentenza il Giudice, se finalmente venissero adottate, potrebbero non soltanto tutelare gli utenti della strada, ma anche gli stessi animali, che inconsapevolmente sono destinati a morte certa o quasi", commenta l'avvocato Ludovici.
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