Chalet dell’eremo chiuso da quattro anni Freno al turismo
L’estate è iniziata e l’unica struttura non può offrire servizi L’Associazione celestiniana chiede interventi della giunta
SULMONA. A quasi un anno dalla riapertura del sentiero che aveva sbarrato la strada dell’eremo di Celestino V resta ancora chiuso lo chalet di Sant’Onofrio. Il piccolo punto di ristoro ai piedi del Morrone è sbarrato da quattro anni, preda di atti vandalici e furti, dopo il mancato rinnovo della convenzione da parte del Comune. La chiusura rende non fruibile a pieno l’eremo e l’area pedemontana circostante, non essendoci bagni utilizzabili o un bar dove comprare una bottiglietta d’acqua.
La gestione affidata all’Associazione celestiniana, scaduta nel 2012, era andata avanti a suon di proroghe, vista anche la chiusura forzata e il sentiero off limits in seguito alla caduta di alcuni massi. Di fatto la piccola struttura ricettiva è chiusa dal 21 maggio del 2010. Era il 5 febbraio del 2010 quando l’ex sindaco Fabio Federico firmò l’ordinanza con cui venne disposta l’impraticabilità del sentiero per la caduta di alcuni massi. Appena tre mesi dopo, il 21 maggio dello stesso anno venne disposta anche l’interdizione dell’intera zona, chalet di Sant’Onofrio e tempio di Ercole Curino compresi. Poco più su si affaccia l’eremo che accolse Celestino V dopo il rifiuto al soglio pontificio, di fatto rimasto aperto ma irraggiungibile per i divieti sul sentiero. Lancia un appello ad accelerare i tempi l’Associazione celestiniana, con l’inizio dell’estate e dopo l’ultima bozza del 12 maggio scorso della delibera di gestione, approntata da ottobre. «Questi continui rinvii stanno mettendo in difficoltà l’associazione sugli oneri da rispettare nei confronti delle banche creditrici e pregiudicando la nostra partecipazione ai Fas» avverte il presidente Giulio Mastrogiuseppe «in questi anni per evitare il totale abbandono ci siamo occupati di lavori di manutenzione sul piazzale e sulla nuova cartellonistica, anticipando di tasca nostra 8mila euro. Ma non basta». Secondo l’associazione servirebbero almeno altri 15mila euro per riportare alla piena agibilità e fruibilità il piazzale. Il sentiero è stato riaperto l’anno scorso, dopo i lavori eseguiti a tempo di record a maggio per mettere in sicurezza i massi e la parete rocciosa che per più di tre anni hanno tenuto isolato uno dei luoghi più suggestivi e significativi del Centro Abruzzo.
Ora il Comitato per il riconoscimento degli eremi celestiniani quale patrimonio dell’umanità dell’Unesco, presieduto dal presidente del Parco Majella, Franco Iezzi, sta provando a risvegliare gli interessi sul progetto di valorizzazione turistica dell'intera area.
Federica Pantano
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