Cialente e i broker: quanta gente strana in questa città

Il sindaco tirato in ballo (insieme a Legnini) dall’ingegnere De Deo indagato «Dopo il sisma fare il faccendiere è diventato un habitus, spesso sono disperati»

L’AQUILA. Il sindaco che offre “copertura politica” alle imprese. Il sindaco che chiede sponsorizzazioni in favore dell’Aquila calcio. E ancora: il sindaco che si mette in mezzo per reperire soci per il sodalizio rossoblù. E sullo sfondo l’osso della Edimo in crisi da spolpare. C’è anche questo in quelle “millanterie” che la Procura addebita a Francesco Maria De Deo, 49 anni, ingegnere intermediario di Chieti finito sul libro paga degli imprenditori di Montorio al Vomano Maurizio (67 anni) e Andrea Polisini (39). Quest’ultimi due nomi tornano all’attenzione degli investigatori – i carabinieri del Nucleo operativo ecologico – dopo essere finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Redde rationem” sui puntellamenti, nella quale spicca, in tema di brokeraggio, la figura dell’ex assessore comunale di centrodestra Pierluigi Tancredi.

IL NOME NUOVO. Stavolta il nome nuovo, ma neppure tanto, visto che era stato lambito dalla fase uno dell’indagine, è quello di De Deo. Si vantava di conoscere Legnini e Cialente. E si rivendeva la conoscenza, e l’asserito interessamento dei politici, facendosi ben pagare l’attività: 105mila euro ufficialmente pagati dall’impresa al tecnico per “servizi di ingegneria”. Ma i carabinieri, che pure hanno lungamente cercato, hanno trovato, magari, solo qualche squadra e compasso, ma neppure l’ombra di elaborati inerenti alla ricostruzione aquilana.

«NON LO CONOSCO». «Questi signori non li conosco», afferma Cialente. «Apprendo che c’è chi ha usato il mio nome in modo improprio. Immagino che un po’ di gente lo possa fare, ma non lo so. I Polisini? Non li conosco, non li ho mai visti. Magari qualcuno è passato dal mio ufficio...sapete...io parlo con tutti. La maggior parte della gente entra e mi fa “carissimo, come stai”, come accade negli scherzi telefonici. Di questi signori non ricordo la faccia. E spesso non associo le facce ai nomi. Posso aver incrociato qualcuno a qualche manifestazione da qualche parte, chissà. Certo, mi fa ridere se c’è qualcuno che per aver detto “parlo con Cialente, ci penso io” è riuscito a farsi dare centomila euro. Leggo, inoltre, che avrebbero puntato sui sottoservizi e altro. Ma il Comune coi sottoservizi non ha nulla a che fare. A questo punto potrei querelare chi ha detto queste cose, costituirmi parte civile nel processo che ci sarà. Ma se le commesse sono tutte private, che tipo di copertura pensavano di avere? E come si fa a dare 100mila euro per questa cosa? Il sindaco non ha il controllo sulla ricostruzione privata perché sono appalti privati; tantomeno sui sottoservizi. Hanno creduto che io potessi portarli sulla luna? Mi pare strano».

IL PACCHETTO CALCIO. «Che io possa aver detto a qualche imprenditore “se volete farvi conoscere ai privati sponsorizzate calcio e rugby” è possibile. Non accade così anche ora? I vertici dell’Aquila calcio hanno avuto moltissime commesse e incarichi da parte di privati perché si sono fatti conoscere attraverso lo sport. Ma chi dice che io abbia spinto per l’uno o per l’altro è un pazzo. Adesso metto in movimento l’avvocatura comunale».

GENTE STRANA». Il sindaco, poi, traccia l’identikit del mediatore. «Circolano in città soggetti veramente strani, ma ne arrivano tanti. Ogni tanto mi si presenta qualcuno “io conosco Tizio, mi manda Caio...” ma ormai la figura del faccendiere, ne parlavo con Trifuoggi, è un habitus. Lo vedi da com’è vestito, da come ti si rivolge. Un’ora dopo che l’hai visto ti dà del tu, scambia numeri di cellulare, “posso fare...posso dire...”. L’Aquila ne è piena, anche se rispetto a prima si sono diradati. Un sottobosco di gente un po’ disperata. Ma io non ho sponsorizzato nessuno».

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