Cirilli adesso sceglie il silenzio: scontro culturale chiuso (per ora)

L’attore aveva minacciato di voler lasciare la città per l’esclusione del figlio regista dal Film festival. Ieri la decisione di non replicare alle posizioni del presidente di Sulmonacinema e del sindaco
SULMONA. Si chiude nel silenzio, almeno per ora, la vicenda che per giorni ha animato il dibattito culturale sulmonese. Dopo lo sfogo social legato alla mancata selezione del cortometraggio del figlio al Sulmona International Film Festival, Gabriele Cirilli ha scelto di trincerarsi dietro un netto «no comment». Una posizione ferma, quasi a voler interrompere la spirale di repliche e controrepliche che ha trasformato il caso in un confronto acceso tra arte, istituzioni e identità cittadina. Il silenzio, questa volta, diventa la sua risposta definitiva. La polemica era esplosa dopo l’esclusione di “L’amore di un figlio”, cortometraggio realizzato dal giovane Mattia Cirilli e premiato in altri festival nazionali. Il comico aveva espresso pubblicamente delusione per la scelta, legando l’episodio a un sentimento più ampio di distanza dalla sua città. Il post aveva rapidamente generato centinaia di commenti, riportando alla luce un rapporto complicato e segnato da precedenti frizioni. A intervenire per primi sono stati i vertici del festival, con il presidente dell’associazione Sulmonacinema, Marco Maiorano, che ha ricordato come alla selezione arrivino ogni anno circa mille corti da oltre ottanta Paesi, e come la maggior parte venga inevitabilmente esclusa. Maiorano ha sottolineato che la lamentela di un familiare non rientra nella prassi del festival e che il figlio dell’attore è agli inizi di un percorso che potrà offrirgli molte occasioni per dimostrare il proprio valore. Anche la politica cittadina è stata chiamata in causa. Il sindaco Luca Tirabassi ha manifestato dispiacere per la possibilità che Cirilli lasci Sulmona, ricordando il contributo artistico dell’attore e dichiarando disponibilità al dialogo. Ha inoltre chiarito di essere sorpreso dall’affermazione secondo cui un incontro non sarebbe stato possibile, sostenendo di non aver mai opposto chiusure. La vicenda si inserisce in un quadro più ampio, fatto di aspettative reciproche e tensioni stratificate. Non è la prima volta che il rapporto tra Cirilli e la città emerge come nodo irrisolto: in passato si erano già registrati attriti legati alla gestione del teatro Maria Caniglia e alle collaborazioni con il Comune. Per molti, il caso del cortometraggio è solo l’ennesimo tassello di un dialogo mai stabilizzato. Ora, con il «no comment», l’attore sembra voler tirare una linea: non una marcia indietro, ma la scelta di sottrarsi a un confronto che rischia di degenerare. Resta da capire se questo silenzio sia una chiusura definitiva o una pausa necessaria per riportare il dibattito su binari più costruttivi.
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