Città da ricostruire sul web Ecco il Forte spagnolo in 3D
L’AQUILA. Una foto dopo l’altra, a incastro perfetto, come in un puzzle fotografico virtuale. È anche così che si ricostruisce la città, navigando sul web tra i vicoli, le chiese, gli antichi palazzi dell’Aquila che fu, in mezzo alle macerie di oggi e utilizzando nuove tecnologie. Un architetto inglese con moglie aquilana, Barnaby Gunning, esperto in 3D per Internet, propone di costruire un modello tridimensionale del capoluogo. Il sito è L’Aquila Autoritratto (http://comefacciamo.com/autoritratto/L’Aquila).
Utilizzando la rete si può passeggiare ma anche avere un’idea di ricostruzione grazie all’associazione Abruzzo Action, a Google Earth - un software che genera immagini virtuali della Terra utilizzando immagini satellitari, fotografie aeree e dati topografici - ma soprattutto alla cittadinanza aquilana e alla comunità nazionale e internazionale degli utenti che possono caricare sul sito le loro foto dell’Aquila, prima e dopo il terremoto, e provare a ricostruirla a distanza. «Il sistema», dice l’ingegnere Giorgio Masciocchi, presidente di Abruzzo action, che riunisce giovani manager aquilani sparsi per il mondo pronti a mettere a disposizione le proprie energie per ricostruire, «permette di caricare fotografie che vengono rielaborate e rese visibili a 180 e anche a 360 gradi.
Le foto che vengono raccolte servono per popolare la mappa di Google e renderla navigabile virtualmente, in modo tale che sia possibile vedere com’è la realtà e la situazione di oggi».
Al momento sono due le opere in tre dimensioni dell’Aquila visibili: una di queste, quella del Castello Spagnolo, è stata edificata virtualmente in Amazzonia da un appassionato brasiliano. L’altro monumento in 3D è la Fontana luminosa, riprodotta da un informatico aquilano. «L’Aquila ha uno dei centri storici più caratteristici e grandi d’Europa, ma era poco conosciuto persino in Italia. Nonostante i danni subiti, rimane un ricco patrimonio architettonico, con bellissime chiese, palazzi, piazze e fontane di varie epoche. Morirà se non viene riabilitato subito», spiega Gunning.

Utilizzando la rete si può passeggiare ma anche avere un’idea di ricostruzione grazie all’associazione Abruzzo Action, a Google Earth - un software che genera immagini virtuali della Terra utilizzando immagini satellitari, fotografie aeree e dati topografici - ma soprattutto alla cittadinanza aquilana e alla comunità nazionale e internazionale degli utenti che possono caricare sul sito le loro foto dell’Aquila, prima e dopo il terremoto, e provare a ricostruirla a distanza. «Il sistema», dice l’ingegnere Giorgio Masciocchi, presidente di Abruzzo action, che riunisce giovani manager aquilani sparsi per il mondo pronti a mettere a disposizione le proprie energie per ricostruire, «permette di caricare fotografie che vengono rielaborate e rese visibili a 180 e anche a 360 gradi.
Le foto che vengono raccolte servono per popolare la mappa di Google e renderla navigabile virtualmente, in modo tale che sia possibile vedere com’è la realtà e la situazione di oggi».
Al momento sono due le opere in tre dimensioni dell’Aquila visibili: una di queste, quella del Castello Spagnolo, è stata edificata virtualmente in Amazzonia da un appassionato brasiliano. L’altro monumento in 3D è la Fontana luminosa, riprodotta da un informatico aquilano. «L’Aquila ha uno dei centri storici più caratteristici e grandi d’Europa, ma era poco conosciuto persino in Italia. Nonostante i danni subiti, rimane un ricco patrimonio architettonico, con bellissime chiese, palazzi, piazze e fontane di varie epoche. Morirà se non viene riabilitato subito», spiega Gunning.
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