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Ciuca (Uilm): all’ex Italtel devono tornare le aziende

L’AQUILA. «Sul polo elettronico si stanno scatenando diversi appetiti, ma non bisogna dimenticare che ci sono oltre 100 lavoratori, fuoriusciti dalle aziende chiuse, che ancora devono essere...

L’AQUILA. «Sul polo elettronico si stanno scatenando diversi appetiti, ma non bisogna dimenticare che ci sono oltre 100 lavoratori, fuoriusciti dalle aziende chiuse, che ancora devono essere ricollocati».

Continua il dibattito intorno al futuro del sito industriale aquilano, recentemente acquisito da Comune e Provincia. A intervenire è la Uilm, che lancia un appello al sindaco Massimo Cialente: «In quell'area», dice il segretario Clara Ciuca, «devono tornare le imprese. Destinazioni diverse troveranno la nostra opposizione». «Intendiamo tutelare fino in fondo i dipendenti in cassa integrazione e che non hanno i requisiti per agganciarsi alla pensione», prosegue. «Fra un anno saranno licenziati. Stiamo parlando dei 70 lavoratori della Finmek, i 20 della Cn-System, i 35 della Fida Spa, che attendono risposte dalle istituzioni locali. Cialente», ricorda Ciuca, «in più occasioni ha ribadito che gli spazi del polo elettronico devono essere occupati da aziende. Ma negli ultimi tempi, intorno all'area della ex Italtel girano interessi diversi. Ebbene, dal sindaco ci aspettiamo una presa di posizione decisa». «In questa città si deve ripartire dal lavoro», aggiunge Ciuca, «non si può pensare solo alla movida notturna o agli uffici».

Il riferimento è alla proposta della Confcommercio, di trasferire nel parcheggio del polo elettronico pub e locali che dovranno lasciare il centro storico con la partenza della ricostruzione. Anche l'università punta alla creazione di spin-off e incubatori d'impresa all'interno dell'area che negli anni 70 ha ospitato il fiore dell'industria italiana nel campo dell'elettronica. «Capannoni in stato d'abbandono», sottolinea Ciuca,. «Era nata la società Aquila Sviluppo per favorire la reindustrializzazione del sito, ma ha fallito. Ora», conclude, «il Comune deve fare la sua parte».©RIPRODUZIONE RISERVATA