Code e caos al censimento «I moduli sono poco chiari»

Allo sportello raccolte 700 pratiche su 5.600, c’è tempo fino al 4 novembre Proteste per le parole di Pelini: l’assessore non può minacciare i cittadini

L’AQUILA. Spalle larghe e gomiti appoggiati sulla scrivania in alluminio del corridoio di palazzo Del Tosto, il funzionario del Comune cerca di smistare come può gli assegnatari degli alloggi antisismici, facendo da anticamera allo sportello attivato per i censimenti. C’è chi deve ritirare il modulo, chi ha bisogno di informazioni e chi di un aiuto materiale a compilarlo. Pochi ancora, quelli che si presentano per riconsegnare il plico. Più o meno 700 dal 14 ottobre, data di apertura.

Non tutti i mali vengono per nuocere, comunque, perché a vedersela con i 5.600 assegnatari, ci hanno messo tre persone (due di queste del Sed) che dovrebbero invece gestire un flusso di 350 pratiche giornaliere. Il rischio è che nei giorni finali – il termine ultimo è lunedì 4 novembre – si concentri tutta la calca, come da copione. Però intanto, c’è il tempo per organizzarsi. La stanza è la stessa dove si ritirano le cartelle di Equitalia e già questo mette un po’ di ansia. Si entra con l’eliminacode elettronico e c’è da attendere.

«Tutto tempo sprecato», sbotta Antonello Scarsella che vive nel progetto Case di Tempera. «È la terza volta che ci fanno fare un censimento, compreso quello iniziale per l’assegnazione». Gente infastidita dalla dichiarazione dell’assessore Fabio Pelini, il quale si è detto pronto ad avviare azioni legali contro chi non si presenta. «Vogliono farci pagare tutto: canone, utenze, come quando ci hanno mandato il bollettone pazzo», commenta Sabrina Catelli, residente a Cese di Preturo. «Qui c’è gente senza lavoro che non è disposta a farsi carico del giardinaggio o delle pulizie accessorie. Mia sorella Barbara si è trovata intestata persino due utenze luce a Bazzano e anche lei non naviga nell’oro». In ogni caso, c’è chi aspetta seduto il suo turno, con un certo aplomb, come l’arbitro di rugby Ermanno Palmerio che vive a Roio 2 in attesa di rientrare con i suoi familiari nel suo appartamento in via Beato Cesidio. «Io mi trovo bene nel progetto Case», spiega, «certo sarebbe meglio evitare queste raccolte dati, ma se non si può fare diversamente...». Tra le note dolenti del censimento c’è la confusione in merito ai dati raccolti e, soprattutto, al perché. «Se eravamo proprietari di case, perché vengono a chiederci il reddito nel questionario?» si domanda un gruppo davanti agli sportelli dell’anagrafe. E poi, i dubbi sono stati sollevati in merito al fatto che molti dei dati raccolti sarebbero già in possesso dell’amministrazione. In realtà, dal primo insediamento del settembre 2009, sono cambiate tante cose e, dal censimento, stanno venendo fuori anche situazioni di gente che non ha lasciato l’appartamento, sebbene la sua casa sia tornata agibile. Ma intanto, le polemiche non si fermano dopo le dichiarazioni dell’assessore Pelini. «Complimenti assessore», scrivono, non sente ironia, «l’interpretazione alla sua delega non le consente di minacciare tutti i cittadini residenti nel progetto Case e Map se non compilanola scheda del censimento? Siamo costretti a difenderci dal Comune?».

Perplessità che arrivano anche da parte del conigliere straniero Gamal Bouchaib. «Ritengo essenziale una ricognizione del problema che rischia di diventare un caso da Striscia la notizia qualora si riduce a minacce e basta: dobbiamo dare alle persone possibilità temporale e di rete per poter adempiere a tutto ciò, senza togliere nulla al senso civico».

Fabio Iuliano

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