SULMONA

Collaboratore di giustizia sale sul tetto del carcere e minaccia il suicidio

Il comandante di reparto Sarah Brunetti, insieme ad alcuni agenti, riesce a farlo desistere dopo un lungo colloquio

SULMONA. Non sopportava più l'idea di restare in carcere a Sulmona e per questo motivo, al fine di attirare l'attenzione dei responsabili, un detenuto collaboratore di giustizia ha pensato di fare la cosa più eclatante che si possa fare in un istituto penitenziario: salire sul tetto del carcere e minacciare di suicidarsi. il fatto, avvenuto alcuni giornI fa, come riporatto da una nota della segreteria generale territoriale UIL PA PP, ha visto protagonista un giovane detenuto con problemi personali. Il collaboratore di giustizia, di cui si omettono le generalità per motivi di sicurezza, ha approfittato dell'ora d'aria ed è riuscito ad arrampicarsi sulla struttura portante raggiungendo la sommità dell'edificio. Poi ha chiesto di parlare urgentemente con il magistrato.

Il personale in servizio ha cercato invano di farlo dissuadere dal portare avanti la protesta e la situazione stava diventando pericolosa. Nel momento in cui tutto sembrava stesse precipitando, si è fatta avanti il comandante di reparto Sarah Brunetti. Il dirigente penitenziario, aiutata da alcuni poliziotti, è salito sul tetto con una scala preso e, dopo un lungo colloquio con il detenuto, è riuscito a persuaderlo e a riportarlo alla calma.

Mauro Nardella, segretario generale territoriale UIL PA PP

"Si parla spesso e a sproposito dell'operato dei baschi blu", dice Mauro Nardella, segretario generale territoriale UIL PA PP e componente della UIL pubblica amministrazione Abruzzo. "Personalmente non posso tenermi lontano dal fare quello mi auguro comincino a fare anche i rappresentanti dell'opinione pubblica e cioè quello di elevare a potenza il lavoro dei poliziotti penitenziari e, soprattutto, il valore di quelle persone come nel caso di Sarah Brunetti e dei suoi subordinati che pur di rispettare l'impegno preso col giuramento non esitano a rischiare la propria di vita. Al comandante di Reparto e ai colleghi intervenuti giungano i miei più sentiti compiacimenti. La speranza resta ora di vedere all'opera la Commissione ricompense al quale in qualità di rappresentante sindacale chiedo che deliberi sulla concessione del meritato encomio"