Comitato permanente per difendere il tribunale di Sulmona

Il sindaco Ranalli: serve una mobilitazione popolare Il presidente Di Benedetto: accorpamento rischioso

SULMONA. Un comitato permanente che faccia pressing sul ministro della Giustizia e promuova una mobilitazione popolare a tutela del tribunale di Sulmona. È l’iniziativa promossa dal sindaco Peppino Ranalli nel corso di un incontro con tutte le forze in campo (magistrati, avvocati, pochi per la verità, e amministratori e sindaci del territorio) per proporre soluzioni al fine di riparare a una legge che, a detta di tutti, non porterebbe nessun risparmio alle casse dello Stato ma solo disagi alla popolazione. E le note più dure contro la legge delega per il riordino delle circoscrizioni giudiziarie sono venute proprio dal presidente del tribunale Giorgio Di Benedetto e dal procuratore Aura Scarsella. «Non si tratta di una battaglia localistica o campanilistica», ha detto Di Benedetto, «ma di un impegno a tutela del diritto dei diritti: quello alla difesa». Di Benedetto ha poi sottolineato che in caso di soppressione del tribunale, la sede accorpante, L’Aquila, sarebbe la più distante d’Italia per chilometri e tempi di percorrenza – dalle due alle quattro ore – rispetto alla sede accorpata. «Con la ristrutturazione in atto del carcere più importante del centro Italia», ha aggiunto il presidente del Tribunale, «ci sarebbero 450 detenuti in alta sicurezza, situazione che comporterebbe continui e pericolosi trasferimenti da Sulmona all’Aquila». La Procura ha puntato poi il dito sulla mancanza di mobilitazione dei cittadini. «Forse è anche colpa delle amministrazioni locali che non hanno fatto buona informazione su questo problema», ha sottolineato Aura Scarsella. Un duro attacco alla politica, «poco trasparente e schiava di poteri occulti», è arrivato anche dal presidente dell’ordine forense Gabriele Tedeschi e dal vicepresidente delle camere penali Elisabetta Bianchi. La senatrice Paola Pelino ha poi annunciato un “question time” entro il 15 luglio per capire quali siano le reali intenzioni del ministro della Giustizia, sul riordino delle circoscrizioni giudiziarie. Ieri era presente nella doppia veste di membro del Governo e di parlamentare, il deputato Giovanni Legnini. «La partita non è ancora chiusa, anche se lo spiraglio è molto stretto», ha detto, «ma occorre accortezza tattica per incassare un risultato. Per adesso l’aver ottenuto il differimento dei termini per la soppressione dei tribunali abruzzesi non provinciali è comunque molto utile. Servirà per guadagnare tempo e per convincere il governo, una volta sistemata la storia con gli altri tribunali, delle ragioni per le quali i tribunali di Sulmona, Avezzano, Vasto e Lanciano devono essere salvati».

Claudio Lattanzio

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