Contributi case B e C, nuova beffa

Le banche non danno i soldi per i lavori senza la certificazione definitiva.

L’AQUILA. «Quel foglio non basta». Il Comune pubblica l’elenco dei beneficiari dei contributi per riparare le case B e C. Il cittadino va in banca e si vede rispondere che per ottenere i soldi bisogna avere il certificato del contributo definitivo. Lo sfollato si muove tra due fuochi. Il primo è quello degli annunci, il secondo quello della realtà. Che spesso riserva sorprese amare.

NIENTE SOLDI. «Il 21 agosto, primo giorno di operatività degli uffici Fintecna», scrive il lettore del Centro, «io e il mio vicino di casa abbiamo consegnato (unici nella giornata) le perizie riguardanti la ristrutturazione delle nostre case B, protocollate rispettivamente 1 e 2. Abbiamo atteso fiduciosi il decorrere dei primi trenta giorni per sapere se le perizie erano regolari dal punto di vista amministrativo. Il 15 settembre il Comune dell’Aquila comunicava a noi, e ad altri soggetti nella stessa nostra situazione, che la perizia sulla base di una istruttoria amministrativa tesa alla verifica della completezza documentale.... è stata ammessa a contributo provvisorio. Con la presente potrà accedere al contributo pari al 25% dell’importo provvisorio accordato. Resta inteso che soltanto dopo il completamento dell’iter istruttorio tecnico-economico della pratica sarà possibile concedere il contributo in via definitiva.

Mi sono recato nella mia banca, la Carispaq, la banca degli aquilani, dove mi hanno comunicato che senza la risposta finale non mi avrebbero concesso alcun contributo. Il 14 ottobre sono decorsi gli ulteriori 30 giorni a disposizione delle società che devono esaminare le perizie dal punto di vista tecnico-economico. Da notizie informali abbiamo saputo che la società Reluiss ha esaminato molte perizie dal punto di vista tecnico senza riscontrare problemi insormontabili. Risulta, invece, che l’altra società, la Cineas, che deve esprimere il proprio giudizio sulla conformità economica della perizia, abbia tutte le pratiche bloccate. A questo punto siamo inermi. Non sappiamo cosa fare perché a chiunque ci rivolgiamo veniamo spediti a parlare con altri soggetti. Tra l’altro, Cineas è un’entità astratta della quale si sconosce la collocazione e, a quanto ne so io, non ha numeri telefonici a cui chiedere notizie. Nella mia condizione si trovano, oggi, decine di famiglie. A breve, però, diverranno centinaia».

CARTA STRACCIA. Questo il racconto di un altro lettore alle prese con i contributi per riparare la sua abitazione classificata B. «Contento e orgoglioso di fare parte del gruppo dei primi 500 fortunati destinatari degli avvisi di pagamento dei contributi, annunciato dal sindaco Massimo Cialente, proprio ieri sono stato in banca dove ho mostrato il certificato del Comune che non è stato calcolato. Insomma, è come se fosse carta straccia. Alla banca non basta la certificazione di contributo provvisorio. Di quel foglio il Comune non sa che farsene. La banca non ha voluto sentire ragioni. Aspettano il definitivo. Io, a quel punto, sono tornato al Comune dove mi hanno detto che non possono farci nulla e che devo rivolgermi a un’altra banca. Ma come? L’accordo non è stato fatto tra diverse banche? A questo punto ho realizzato di aver perso solo tempo. I lavori che pensavo di far partire subito resteranno fermi e si sbloccheranno soltanto tra tre mesi».