"Convitto da chiudere perché fatiscente"

Duro il consulente dell'accusa: struttura vecchia e lesionata

L'AQUILA. «Il Convitto nazionale era una struttura ormai fatiscente e pericolosa visto che presnetava fessure e lesioni, lo avrei chiuso subito». E' la sintesi, impietosa, delle considerazioni fatte dall'ingegnere Antonello Salvatori, che insieme al collega Francesco Benedettini, ha coordinato il pool dei 30 consulenti messi in campo dalla Procura nella inchiesta sui crolli. Egli ha evidenziato come lo stabile non doveva essere occupato da nessuno e tantomeno da minorenni. Il consulente è stato chiamato a deporre in occasione del processo per omicidio colposo per la morte di Luigi Cellini, 15 anni, di Trasacco e due stranieri Ondreiy Nouzovsky, (17 anni) e Marta Zelena (16 anni) rimasti uccisi sotto le macerie.

Sono imputati per omicidio colposo e lesioni, il preside del Convitto Livio Bearzi e il dirigente provinciale Vincenzo Mazzotta. Il preside è accusato di non avrebbe mai sottoposto la vecchia struttura ai restauri. Inoltre non sarebbe mai stato redatto un piano per la sicurezza e la mancata evacuazione dell'edificio realizzato oltre un secolo fa. Analoghe le accuse per Mazzotta. Nel corso dell'udienza è stato ripercorso l'iter che ha portato alla redazione da parte della società Collabora engineering delle schede di valutazione sulle criticità sismiche del plesso, lavoro contestato dagli avvocati degli imputati. Gli avvocati della difesa Paolo Guidobaldi ed Antonio Mazzotta hanno citato una delibera della giunta regionale del mese di febbraio del 2009 con la quale veniva ordinata l'apertura di una nuova scuola all'interno del Convitto nazionale. Un aspetto che lascia pensare come alte Istituzioni dessero per scontata l'agibilità del palazzo sede anche di un seggio elettorale.

Mazzotta ha fatto poi rilevare come nelle schede tecniche del complesso spunta la presenza di una scuola media «Antinori» in realtà mai esistita. Non si tratta, a scanso di equivoci, di quella scuola oggetto della delibera regionale cui prima si è fatto riferimento. Prossima udienza il 15 luglio.

VIA XX SETTEMBRE 123.
Ieri Prima udienza preliminare stamane riguardante il crollo di un palazzo in via XX Settembre 123, realizzato nel 1955, in cui sono morte cinque persone. Sotto accusa c'è il collaudatore statico, Leonardo Carulli, di 85 anni. Gli altri imputati sono morti. Nel corso dell'udienza si sono costituite una decina parti civili, tra familiari delle vittime e i sopravvissuti della tragedia. Tra loro anche il Comune dell'Aquila. Anche se il gup si è riservato di decidere sulle costituzioni. E' stata comunque disposta la citazione dell'Ater quale parte offesa. L'udienza è stata aggiornata al 19 luglio nella speranza che arrivi il pronunciamento della Cassazione sulla richiesta di remissione ad altro giudice, avanzata dall'avvocato dell'imputato. Finora tutte le istanze sono state respinte. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Stefano Rossi e Monica Badia. (g.g.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA