Cratere sismico, il Tarammette altri 4 Comuni
Ammesso anche il ricorso di Pratola Peligna (L'Aquila), Pescosansonesco (Pescara), Isola del Gran Sasso e Castelcastagna (Teramo). I legali: "Chiodi integri subito l’elenco"
SULMONA. Tutti accolti i ricorsi al Tar del Lazio dei dieci Comuni della Valle Peligna contro l'esclusione dal cratere. Ieri, infatti, si è aggiunto all'elenco anche Pratola Peligna, assieme a Pescosansonesco (Pescara), Isola del Gran Sasso e Castelcastagna (Teramo). A due anni dal terremoto le sentenze dei giudici amministrativi sembrano essere destinate a cambiare gli assetti geopolitici ed economici della regione, in cui il cratere ha fatto da spartiacque. Ne sono convinti gli avvocati del foro sulmonese, che hanno seguito i ricorsi dei dieci Comuni peligni.
Prima erano stati accolti i ricorsi di Sulmona, Introdacqua, Vittorito, Cansano, Pettorano, Roccacasale, Corfinio, Prezza e Raiano (in provincia dell'Aquila), Crognaleto e Bisenti (Teramo).
Sono quindici i ricorsi dei Comuni accolti, più della metà dei 27 ricorrenti in totale.
Si allunga la lista dei Comuni che, secondo il Tar del Lazio, dovevano essere inseriti nel cratere, disegnato nel 2009 dall'allora commissario alla protezione civile, Guido Bertolaso.
«La sentenza è immediatamente esecutiva», ha spiegato Angelo Pace, avvocato del Comune di Roccacasale, che ha fatto da apripista, «il che significa che Chiodi potrebbe disporre l'ingresso nel cratere da oggi stesso, senza ridefinire alcuna istruttoria».
Gli avvocati si dicono fiduciosi ed escludono la possibilità dell'appello al Consiglio di Stato.
«Le sentenze», ha detto Gabriele Tedeschi, presidente dell'Ordine degli avvocati sulmonese e legale dei Comuni di Introdacqua, Vittorito, Pratola, Prezza e Raiano, «rivelano come l'istruttoria della Protezione civile sia stata carente e sommaria. Di fronte a questa evidenza crediamo che si vada all'inserimento. I danni sono stati evidenti, ma ignorati, come rilevato dal Tar. E il commissario dovrà tenerne conto, pena delle sanzioni penali e amministrative».
«Ci sentiamo di escludere la possibilità da parte di Chiodi di fare appello al Consiglio di Stato», è intervenuto Guido Blandini, avvocato del Comune di Sulmona, «visto che in nessuno dei ricorsi sono state depositate memorie difensive e che si dovrebbero impugnare le singole sentenze, con uno sforzo tecnico ed economico notevole».
«Se Chiodi impugnasse le sentenze al Tar», ha aggiunto Massimo Carugno, avvocato di Introdacqua e Vittorito, «si tratterebbe di una manifesta volontà politica di esclusione».
I prossimi passi degli avvocati sono le notifiche delle sentenze e le relative diffide a Chiodi ad inserire nel cratere i Comuni ricorrenti, da cui scatterà il conto alla rovescia dei trenta giorni a disposizione del commissario.
Gli avvocati hanno elencato i benefici legati al possibile inserimento nel cratere: la sospensione delle tasse, i contributi per le seconde case e gli edifici pubblici, le perizie giurate non più necessarie per la ristrutturazione degli appartamenti, l'inserimento nei bandi regionali e nelle linee guida di sviluppo finora solo per il cratere.
«L'ingresso dei Comuni ricorrenti», ha chiosato Daniele Di Bartolo, avvocato di Prezza e Raiano, «non pregiudica i diritti di chi è già dentro, perché non ci sono limiti di spesa e il sostentamento è previsto per tutti in parti uguali».
Prima erano stati accolti i ricorsi di Sulmona, Introdacqua, Vittorito, Cansano, Pettorano, Roccacasale, Corfinio, Prezza e Raiano (in provincia dell'Aquila), Crognaleto e Bisenti (Teramo).
Sono quindici i ricorsi dei Comuni accolti, più della metà dei 27 ricorrenti in totale.
Si allunga la lista dei Comuni che, secondo il Tar del Lazio, dovevano essere inseriti nel cratere, disegnato nel 2009 dall'allora commissario alla protezione civile, Guido Bertolaso.
«La sentenza è immediatamente esecutiva», ha spiegato Angelo Pace, avvocato del Comune di Roccacasale, che ha fatto da apripista, «il che significa che Chiodi potrebbe disporre l'ingresso nel cratere da oggi stesso, senza ridefinire alcuna istruttoria».
Gli avvocati si dicono fiduciosi ed escludono la possibilità dell'appello al Consiglio di Stato.
«Le sentenze», ha detto Gabriele Tedeschi, presidente dell'Ordine degli avvocati sulmonese e legale dei Comuni di Introdacqua, Vittorito, Pratola, Prezza e Raiano, «rivelano come l'istruttoria della Protezione civile sia stata carente e sommaria. Di fronte a questa evidenza crediamo che si vada all'inserimento. I danni sono stati evidenti, ma ignorati, come rilevato dal Tar. E il commissario dovrà tenerne conto, pena delle sanzioni penali e amministrative».
«Ci sentiamo di escludere la possibilità da parte di Chiodi di fare appello al Consiglio di Stato», è intervenuto Guido Blandini, avvocato del Comune di Sulmona, «visto che in nessuno dei ricorsi sono state depositate memorie difensive e che si dovrebbero impugnare le singole sentenze, con uno sforzo tecnico ed economico notevole».
«Se Chiodi impugnasse le sentenze al Tar», ha aggiunto Massimo Carugno, avvocato di Introdacqua e Vittorito, «si tratterebbe di una manifesta volontà politica di esclusione».
I prossimi passi degli avvocati sono le notifiche delle sentenze e le relative diffide a Chiodi ad inserire nel cratere i Comuni ricorrenti, da cui scatterà il conto alla rovescia dei trenta giorni a disposizione del commissario.
Gli avvocati hanno elencato i benefici legati al possibile inserimento nel cratere: la sospensione delle tasse, i contributi per le seconde case e gli edifici pubblici, le perizie giurate non più necessarie per la ristrutturazione degli appartamenti, l'inserimento nei bandi regionali e nelle linee guida di sviluppo finora solo per il cratere.
«L'ingresso dei Comuni ricorrenti», ha chiosato Daniele Di Bartolo, avvocato di Prezza e Raiano, «non pregiudica i diritti di chi è già dentro, perché non ci sono limiti di spesa e il sostentamento è previsto per tutti in parti uguali».
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