Crolli, oggi via al primo processo

Tragedia al Convitto: imputati il preside e un dirigente provinciale

L'AQUILA. Una giornata storica per la giustizia aquilana quella di oggi. Al via il primo processo conseguente ai disastri del terremoto a quasi 22 mesi da quel maledetto 6 aprile.

Al vaglio del giudice unico del tribunale, Giuseppe Grieco, la tragedia del Convitto Nazionale sotto le cui macerie sono morti tre minorenni: Luigi Cellini, 15 anni, di Trasacco e due stranieri Ondreiy Nouzovsky, (17) e Marta Zelena (16).

Sotto accusa, per omicidio colposo e lesioni, il preside del Convitto Livio Bearzi e il dirigente provinciale Vincenzo Mazzotta. Il preside e il dirigente della Provincia (ente che gestisce alcune strutture scolastiche) sono imputati di omicidio colposo e lesioni colpose. Il preside non avrebbe mai sottoposto la vecchia struttura ai restauri. Inoltre non sarebbe mai stato redatto un piano per la sicurezza. A Mazzotta sono mosse contestazioni simili. Tra le accuse al preside la mancata evacuazione dell'edificio realizzato oltre un secolo fa.

La giornata di oggi sarà dedicata alle eccezioni preliminari e altre incombennze probatorie che si presenteranno. E forse già da oggi si infiammerà la battaglia legale tra l'accusa, rappresentata dal pm Fabio Picuti e i difensori degli imputati, Paolo Enrico Guidobaldi, Paolo Mazzotta, Antonio Mazzotta e Lino Nisii. Ma saranno lì anche le parti civili rappresentate dagli avvocati Antonio Milo e Roberto Verdecchia.

Un processo che si prevede molto lungo se non altro per la lista dei testimoni che saranno un centinaio anche se inizialmente si era stimato potessero essere addirittura il triplo.

Saranno chiamati a deporre nelle prossime settimane, secondo le liste testi di accusa e difesa, politici di caratura nazionale e locale, giornalisti, sismologi, ed esponenti della Protezione civile.
Si tratta dei ministri Maria Stella Gelmini (Istruzione) e Altero Matteoli (Infrastrutture) chiamati in causa dalla difesa. Ma è stata chiesta la testimonianza del sindaco Massimo Cialente, dell'assessore comunale, Stefania Pezzopane, del giornalista Marco Travaglio. E ancora dei componenti della commissione Grandi Rischi, quali Mauro Dolce, Gian Michele Calvi ed Enzo Boschi. E sembra che verrà chiesta la testimonianza del sismologo aquilano Giampaolo Giuliani.

Gli imputati rigettano duramente tutte le contestazioni riguardanti le misure di adeguamento sismico dell'edificio: non poteva rientrare nei loro poteri trattandosi del resto di spese considerevoli (il palazzo, ovviamente, non è in cemento armato) che dovevano essere disposte dai politici. Bearzi, dal canto suo, ha sempre sostenuto che mai avrebbe potuto chiudere l'istituto dopo le prime scosse visto che è facoltà esclusiva del sindaco.

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