Crollo Ingegneria, indagini chiuse

Restano sotto inchiesta i nove progettisti e costruttori della facoltà 

L’AQUILA. La procura della Repubblica non fa passi indietro e anche per il crollo della facoltà di Ingegneria a Monteluco di Roio il pm Fabio Picuti chiude le indagini senza tirare fuori nessuno dei 9 indagati accusati di disastro colposo. Eppure i legali di alcuni accusati avevano invocato l’archiviazione ma senza alcun risultato. Depositata anche la perizia.

LE ACCUSE.
Sta di fatto che secondo la procura della Repubblica le ulteriori indagini svolte dal Corpo forestale dello Stato, confermano le censure a quella costruzione realizzata a metà anni novanta: «Progetti incompleti dove mancavano dettagli architettonici e costruttivi relativi all’ancoraggio e all’appoggio delle coperture inclinate e mancato controllo». Avanzati anche rilievi di «carenze e omissioni progettuali, di errori di esecuzione delle opere, di cattiva vigilanza». Queste le censure per i nove tecnici indagati per i crolli a Ingegneria che, per i pm Fabio Picuti e Alfredo Rossini, avrebbero potuto produrre diversi lutti tra gli studenti.

Ai nove individuati al termine delle indagini sullo stabile sotto sequestro a Monteluco di Roio è stato contestato il reato di cooperazione colposa nel crollo di costruzioni.

Sotto accusa, pertanto, ci sono e restano i progettisti architettonici Gian Ludovico Rolli, 77 anni, di Roma, Giulio Fioravanti, 65 anni, di Roma e il progettista delle strutture Massimo Calda, 61 anni, di Bologna. Sono sotto accusa aver redatto «il progetto architettonico e varianti dell’area di ingresso principale, corpo A, in modo incompleto e carente per mancanza di dettagli architettonici e costruttivi relativi all’ancoraggio e all’appoggio delle coperture inclinate in vetro acciaio e alluminio, tra l’anno 1988, epoca di conferimento dell’incarico, e il 1994, epoca della realizzazione».

I tre avevano assunto l’incarico per conto della «Edil.Pro» di Roma. A Mauro Irti, 43 anni, nato all’Aquila, geometra, direttore di cantiere e agli ingegneri Carmine Benedetto, di 45 anni, nato all Aquila e residente a Cossombrati (Asti) e Alessandro Fracassi, 48 anni, nato e residente ad Avezzano, entrambi direttori tecnici di cantiere, viene contestata la realizzazione «delle strutture murarie oggetto del crollo (su cui veniva poi appoggiata la struttura di copertura) in blocchetti di calcestruzzo vibrocompresso per una lunghezza di circa 40 metri e una altezza di circa 14 metri nell’area di ingresso principale, corpo A, della facoltà di Ingegneria, prive delle necessarie nervature di irrigidimento in cemento armato e degli ancoraggi al telaio in cemento armato»; oltre all’aver consentito «che le strutture inclinate di vetro, acciaio e alluminio oggetto del crollo fossero in modo del tutto improvvido appoggiate alle strutture murarie, a tale scopo inidonee». A carico di Ernesto Papale, 57 anni, nato a Roma e residente a Monterotondo, direttore dei lavori per conto della Edil.Pro, vengono mossi gli stessi addebiti.

Per Sergio Basile, 76 anni, nato all’Aquila e residente a Roma, presidente della commissione di collaudo statico e tecnico amministrativo per conto dell azienda committente, si ipotizza ancora il mancato rilevamento «della combinazione di carenze e omissioni progettuali, di errori di esecuzione delle opere, di cattiva vigilanza da parte dei direttori di cantiere, dei direttori tecnici e del direttore dei lavori». Stesse accuse per Giovanni Cecere, 80 anni, nato a Roma e residente a Terni.

CHE SUCCEDE.
Gli avvocati degli indagati hanno ora venti giorni di tempo per fare delle controdeduzioni alle accuse. Poi il pm ha altrettanti giorni per decidere se predisporre le richieste di rinvio a giudizio o di archiviazione, ipotesi, questa, poco probabile visti i precedenti. Gli indagati sono assistiti da un folto gruppo di avvocati. Si tratta di Massimo Carosi, Raniero Marinucci, Mauro D’Aroma ed Ersilia Lancia del foro dell’Aquila oltre ai legali romani Riccardo Olivo, Giuseppe Valentino, Carlo Marchiolo, Michele Murdaca, Alessandra Testuzza e Maria Antonella Mascara.

Non è detto che i legali insistano nel fornire altri atti. Infatti tutti gli indagati sono stati già interrogati e i loro avvocati hanno già prodotto le documentazioni a discolpa. Per questo, anche per non scoprire le loro mosse è possibile che le difese si giochino le loro carte in occasione della possibile udienza preliminare.

CONVITTO.
Prosegue l’attività istruttoria anche per quanto riguarda il crollo del Convitto nazionale che ha provocato la morte di tre giovani. Infatti, su richiesta avanzata dall’avvocato Paolo Guidobaldi, è stato fissato l’interrogatorio del preside di quella scuola, Livio Bearzi. Secondo quanto si è appreso il colloquio tra indagato e magistrato ci sarà il 2 febbraio.

CASA STUDENTE.
Si attendono, adesso, le conclusioni riguardanti il crollo della Casa dello studente di via XX Settembre dove sono morte 8 persone. Ci sono alcuni indagati, quali per esempio, Luca D’Innocenzo il quale ritiene, sulla scorta di ulteriori riscontri peritali, di poter stare fuori e, pertanto, il suo legale Fabio Alessandroni, nel chiedere un interrogatorio, ha anche invocato l’archiviazione.

ALTRI CROLLI.
Sono in dirittura di arrivo le informazioni di garanzia per il crollo del palazzo di via Gabriele D’Annunzio, nella zona della villa comunale, per omicidio colposo.