Cunicoli di Claudio Santilli rassicura: «I soldi ci sono»

Nessun dietrofront da parte della Camera di Commercio sul progetto di valorizzazione del sito archeologico

AVEZZANO. Sul finanziamento promesso lo scorso anno dalla Camera di Commercio dell’Aquila per la valorizzazione dei cunicoli di Claudio nessun ripensamento. «L’abbiamo rimesso in bilancio», rassicura il presidente dell’Ente Lorenzo Santilli. «Si tratta, ora, di sederci intorno a un tavolo, insieme ai soggetti interessati – Regione, Comune di Avezzano e Soprintendenza ai beni archeologici – e stipulare un protocollo d’intesa. Conto di fissare un incontro nei prossimi giorni». Dunque i soldi ci sono. C’è solo da decidere come spenderli. I cunicoli di Claudio, oltre a essere un importante sito archeologico, sono anche un’opera di straordinaria importanza storico-culturale e scientifica. L’idea di realizzare un tunnel sotto il monte Salviano per far defluire le acque del Fucino nel fiume Liri era stata di Giulio Cesare. Ma a portarla a compimento, nel 52 d.C., è stato l’imperatore Claudio. Oltre al collettore sotterraneo, lungo 5.647 metri, l’opera si compone di 40 pozzi e 9 discenderie. La funzione dei pozzi, la cui profondità va da 18 a 122 metri, era quella del trasporto all’esterno dei detriti provenienti dallo scavo e dell’aerazione dell’ambiente in cui si operava. Le discenderie sono gallerie inclinate che consentono di raggiungere dall’esterno il collettore. Per qualche tempo, grazie a questa galleria, le acque del lago poterono defluire, liberando le popolazioni dal flagello delle esondazioni. Venuta meno la manutenzione, il collettore si ostruì e il lago tornò a essere quello di prima. Dovranno passare 18 secoli prima che Alessandro Torlonia, costruendo una nuova galleria, che per altro inglobava quella di Claudio, prosciugasse il lago, divenendo proprietario di tutte le terre emerse. «Avendo letto un libro del professor Ezio Burri, dell’Università dell’Aquila, sul Fucino, in cui si parlava del cunicoli», racconta il presidente Santilli, «sono rimasto incuriosito e ho voluto visitarli. È stata un’emozione. Un sito del genere, mi sono detto, potrebbe richiamare turisti e scienziati da tutto il mondo. Non può rimanere in queste condizioni. Da qui l’idea di mettere a disposizione 250mila euro, che potrebbero diventare 500mila se il ministero cofinanzierà, come promesso, il progetto. Sono tante le cose da fare: accogliere nel modo migliore gli ospiti, il cui numero, secondo un nostro rilevamento, si aggirerebbe sui 150mila l’anno, mettendo loro a disposizione servizi, guide, strutture ricettive; rendere accessibili almeno altre due discenderie, dopo quella del Ferraro, e, d’inverno, quando il livello dell’acqua sale, si potrebbe percorrere l’intero collettore in canoa. Si può ben immaginare che spettacolo sarebbe».

Secondo Santilli, «per portare avanti un simile progetto occorrono capacità imprenditoriali e professionalità. Da qui la necessità che la gestione del parco dei cunicoli venga affidata al vincitore di un bando nazionale. Inoltre, riteniamo che a gestire i fondi debba essere la Soprintendenza ai beni archeologici».

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