Custode aquilano morto nella casa dello studente la notte del sisma, arriva la sentenza: sì al risarcimento

30 Maggio 2025

Regione, Adsu e i tecnici che si occuparono dei restauri della casa dello studente responsabili in solido in relazione alla morte di Francesco Maria Esposito, 24 anni, custode aquilano della casa dello studente, crollata la notte del 6 aprile 2009 a causa del terremoto

L’AQUILA. Regione, Adsu e i tecnici che si occuparono dei restauri della casa dello studente responsabili in solido in relazione alla morte di Francesco Maria Esposito, 24 anni, custode aquilano della casa dello studente, crollata la notte del 6 aprile 2009 a causa del terremoto. Lo ha stabilito una sentenza della Corte d’appello dell’Aquila. In tutto le vittime furono 8 oltre a diversi feriti. I giudici (Silvia Rita Fabrizio, Alberto Iachini Bellisarii, Federico Ria), hanno infatti preso in esame il caso dopo i ricorsi delle parti e hanno comunque ritenuto credibile l’impianto accusatorio sostenuto dalla parte civile rappresentata dall’avvocato Simona Fiorenza. «Devo esprimere la mia soddisfazione in quanto la Corte, in sostanza, ha confermato la responsabilità dei quattro imputati e dei due enti», spiega Fiorenza su Abruzzo Web, «Infatti la sentenza ha ribadito che i gravi errori e i comportamenti umani posti in essere, ovvero le gravi condotte commissive e omissive, hanno determinato le morti dei giovani».

Il risarcimento, anche se ridotto di poco rispetto al primo grado, è consistente come per tutte le sentenze analoghe, ma non lenisce nemmeno un po’ il dolore imperituro dei familiari per la morte del giovane, tuttavia la condanna è comunque un atto di giustizia ovvero un riconoscimento istituzionale delle ragioni della parte civile. La vittima, infatti, era rimasta con gli studenti con l’intenzione di tranquillizzarli quando avrebbe potuto farne a meno. Il suo, dunque, fu un atto di generosità che gli è costato la vita. La Regione, va ricordato, è sotto accusa sotto il profilo risarcitorio in quanto proprietaria dell’immobile crollato e l’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu), “in quanto usuaria dello stesso con obbligo di manutenzione ordinaria e straordinaria”. Questo a prescindere dalla copertura assicurativa. In realtà nei ricorsi, si era provato a sostenere che “la condotta imprudente della vittima che era rimasta incautamente e illegittimamente all’interno della Casa dello studente era idonea a ravvisare un concorso di responsabilità con conseguente riduzione del quantum liquidato” ma per i giudici “la censura non coglie affatto nel segno” e le doglianze di Adsu sono “prive di pregio non trattandosi di giudizio promosso nei riguardi del proprio datore di lavoro, ma di azione differente proposta nei confronti del titolare dell’edificio”. «È stato ampiamente dimostrato che il giovane Francesco, nella sua qualità di portiere e quindi di persona di fiducia degli studenti occupanti gli alloggi, era rimasto la notte per fare compagnia ai ragazzi, presumibilmente diventati suoi amici, spaventati dallo sciame sismico. La circostanza che Esposito si fosse trattenuto oltre l’orario di lavoro non fa venire meno il diritto al totale risarcimento dei danni».