Dagli studenti il richiamo alla Costituzione

De Santis (vicepresidente della Consulta): «Partecipare alla vita pubblica è per noi giovani un dovere»

L’AQUILA. «È per me un onore essere qui a rappresentare tutti gli studenti della nostra provincia» Ha esordito così Francesco De Santis, vicepresidente della Consulta provinciale degli studenti, nel corso della cerimonia per il 69° anniversario della proclamazione della Repubblica. «Festeggiare l’anniversario della Repubblica vuol dire festeggiare la nascita del nostro Stato democratico. Una festa che unisce tutti, al di là del proprio credo politico e delle proprie convinzioni storiche. Per noi aquilani, poi, il 2 giugno ha anche un altro forte valore storico: nel 1424, dopo oltre un anno di assedio, il popolo aquilano guidato da Antonuccio Camponeschi, irrompendo nella piana di Bazzano, consentì alle truppe angioino-pontificie di ottenere la vittoria sul conte perugino Braccio da Montone, uno dei più temibili condottieri di ventura del ’400, facendo scrivere alla nostra città, ancora una volta, una pagina importante per la storia italiana. Senza il rispetto per il nostro passato», ha continuato De Santis, «non possiamo permetterci il lusso di guardare al futuro. Ancora oggi la Costituzione non viene studiata nelle scuole. Come possiamo credere noi studenti di avere la “Costituzione più bella del mondo”, se poi non viene studiata, spiegata, discussa, nel luogo adibito alla nostra formazione, e cioè la scuola? Noi crediamo fermamente che dobbiamo avere il coraggio di chiedere ciò che non ci viene dato. Gli articoli 2 e 4 della Costituzione parlano chiaro: nel primo è scritto che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. L’articolo 4 afferma che ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Intere generazioni di studenti che ci hanno preceduto, e noi stessi, sono cresciute con la cultura sterile e improduttiva dell’assistenzialismo. Ci siamo crogiolati nella cultura dei diritti, dimenticandoci di quella, più dura, dei doveri. Oggi noi giovani aquilani non siamo qui solo per chiedere partecipazione, perché partecipare alla vita pubblica di una città, di una Nazione, non è semplicemente un diritto, ma è il nostro dovere e come tale vogliamo essere capaci di adempierlo al meglio. È con questo spirito, con il rispetto del passato di cui la nostra Costituzione è frutto, che noi studenti, oggi, dobbiamo essere in grado di affrontare il presente. Non possiamo sperare in un futuro più prospero se non saremo capaci di affrontare con spirito propositivo le sfide storiche e culturali che il presente ci pone davanti. Ringrazio per quest’opportunità di presenza. E ringraziamo coloro che con impegno, ogni giorno, onorano il tricolore che ci rappresenta, adempiendo ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale».

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