De Nino-Morandi, slitta ancora la sistemazione della storica sede 

Prorogata per altri due anni la convenzione con la proprietà dello stabile preso in fitto per la scuola Caruso: «La Provincia costretta ad apportare modifiche al progetto elaborato dal Provveditorato»

SULMONA. Anche quest’anno gli allievi del De Nino-Morandi non varcheranno la soglia della sede storica di via D’Andrea, chiusa dieci anni fa, il 17 ottobre 2014, inseguito all’indagine della Procura della Repubblica del capoluogo abruzzese, sui presunti lavori sbagliati post sisma. Inchiesta che si è chiusa nei mesi scorsi con la prescrizione. Il presidente della Provincia Angelo Caruso ha firmato nella giornata di ieri il decreto, con il quale proroga la convenzione con la società Sant’Antonio, proprietaria dei locali di viale Mazzini dove si trova la popolazione scolastica dal 26 settembre 2022, dopo otto anni di permanenza all’Iti di Pratola Peligna.
Gli aspiranti ragionieri e geometri, ha deciso Caruso, resteranno nella sede alternativa sulmonese fino al 31 agosto 2026. Una proroga che è stata formalizzata a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, dal momento che, nonostante i continui incontri istituzionali, non si è ancora riusciti a pubblicare la gara d’appalto per i tanto attesi lavori nella sede storica.
«Abbiamo trovato una situazione particolare e siamo stati costretti ad apportare modifiche al progetto elaborato dal Provveditorato alle Opere pubbliche», ha ricordato Caruso che annuncia un ulteriore rinvio sulla tabella di marcia. «Da due anni abbiamo permesso agli studenti di tornare a Sulmona, ponendo fine ai viaggi che comportavano ulteriori spese di trasporto», ha sottolineato il presidente della Provincia, secondo il quale il cantiere aprirà nel 2025. Nel corso dell’ultimo incontro in prefettura, la gara era stata annunciata per la scorsa primavera e i lavori entro la fine dell’anno. Il problema riguarda alcune anomalie che sono emerse durante il passaggio di consegne tra il Provveditorato e la Provincia. Gli uffici provinciali avevano, infatti, rilevato un errore nella collocazione della centrale termica e dell’ascensore sulla parte inagibile della scuola, dove al momento non sono previsti interventi. Si procederà infatti solo con un lotto. Il costo dell’intervento comporterà una spesa complessiva di 4 milioni e 700 mila euro e sarà concluso in 540 giorni lavorativi, ovvero in poco meno di due anni. Si procederà con la realizzazione di muri perimetrali, pavimentazioni, infissi e impianti, per una struttura sicura e all’avanguardia. Ma al momento, però, manca la data dell’apertura del cantiere. Una situazione che preoccupa la cittadinanza e, in particolare, il comitato di ex alunni e docenti, guidato dal professore Franco D’Amico. Il comitato, nei mesi scorsi, aveva interessato il prefetto e non esclude una manifestazione di protesta in occasione del decimo anniversario di chiusura.
«Se la scuola è rientrata a Sulmona è grazie al nostro continuo interessamento. Non molliamo di un centimetro perché ora, la sede storica, deve riaprire. Dieci anni sono troppi», ha detto D’Amico.
©RIPRODUZIONE RISERVATA