Del Corvo: lavori al via entro due mesi ma semafori subito

L’intervista in redazione: il progetto definitivo prevede l’ampliamento della carreggiata e rotonde luminose
Presidente Del Corvo, qual è stato il suo primo pensiero alla notizia dell'ennesimo incidente mortale nel Fucino?
«Il mio rammarico è che l’attività posta in essere non si sia conclusa in tempi stretti in modo da evitare gli incidenti mortali».
La Provincia è stata messa sul banco degli imputati come ente competente alla manutenzione delle strade per la messa in sicurezza. Che ne pensa?
«Su questa domanda non concordo. La competenza non è solo della Provincia. Ci sono tre livelli di competenza: le strade comunali, quelle provinciali, e infine, di competenza dell’Anas, quelle regionali e statali. Dopo il prosciugamento del lago nel Fucino si sono creati 52 km di strade. La competenza della Provincia è solo su due strade: la Provinciale 19 da Celano a Trasacco e la Strada provinciale 20, che si interseca all’altezza di Borgo Ottomila. Io mi sono insediato a marzo 2010 e ho scoperto che queste strade non erano mai state classificate. Così ho chiesto al dirigente competente e ho scoperto che la legge prevede che la competenza è del presidente della Provincia. Ho firmato subito il decreto 43 con cui classificavo le strade. Tutte le altre sono di competenza dei Comuni. Questo non significa che gli enti superiori – Provincia, Regione e Stato – non possano dare una mano con i finanziamenti ai Comuni. Per esempio per i lavori di sistemazione di Strada 11 a Paterno abbiamo concesso 100mila euro. Sarebbe il caso di richiamare anche gli altri enti competenti alle loro responsabilità».
Quali progetti avete in mente per una soluzione ai rischi nelle strade del Fucino?
«Dal semaforo di Borgo via Nuova all’ingresso di San Benedetto i lavori sono in fase di aggiudicazione. Una cosa assurda che ho scoperto è che questo finanziamento è nella disponibilità dalla Provincia dal 2002, ma in effetti progettazione e convenzione con la Regione sono stati fatti negli ultimi due anni. La strada verrà trasformata e allargata fino a 9 metri con ampliamento della carreggiata, guard-rail e, a ogni incrocio, rotonde. Sono previsti anche il rifacimento dei ponti e la collocazione di barriere su tutto il percorso».
Il presidente di commissione, Pasqualino De Cristofano, ha garantito che in attesa dei tempi della pronuncia dei giudici amministrativi saranno installati dei semafori entro la fine di febbraio per tamponare la situazione. Ci conferma i tempi di attivazione?
«I tempi di attivazione sono confermati e abbiamo il documento che prova l'acquisto del semaforo L'auspicio è che serva solo qualche mese perché poi cominceremo i lavori».
La raccolta firme nella Marsica ha ricevuto attenzione ed è stata di grande impatto. Si aspettava una mobilitazione così massiccia?
«Assolutamente no e ringrazio per la mobilitazione anche se è partita da avvenimenti tragici. In queste battaglie spesso ti senti un po' solo e oggi, grazie a voi, non è così. La messa in sicurezza non si ferma solo alla Marruviana».
Non pensa che la lontananza e il distacco dalle istituzioni non sia positivo per i giovani?
«Assolutamente sì, perché uno dei problemi è la mancanza di contatto, spesso viaggiano informazioni non vere e tante volte non rispondono alla realtà. Ma non per colpa del giornalista. Spesso anche a causa di complicazioni amministrative e leggi pesanti far passare una corretta informazione non è facile».
In passato è stato già collocato un semaforo a Borgo 8000, ma non ha risolto perché non veniva rispettato e provocava incidenti.
«Non è il semaforo che risolve il problema, ma la rotonda illuminata. L'incidente avviene a causa di un impatto con un altro veicolo che modifica la traiettoria. A questo si aggiungono la nebbia e la mancanza di segnaletica orizzontale».
Le strade del Fucino sono spesso pericolose anche a causa della velocità. Cosa si può fare per limitarla?
«Creare quelle che i tecnici chiamano barriere artificiali, ben visibili: traffico canalizzato, segnaletica luminosa e dossi».
Come si può conciliare l’attività del politico e quella del professionista con interessi economici al di fuori dell’attività istituzionali?
«Il politico di professione dovrebbe vivere solo di politica e non avrebbe le mani libere. Il problema è come intendere la politica. Se come servizio senza interessi va bene, altrimenti avviene in maniera distorta».
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