Demolizioni, già abbattuti 40 edifici

Ruspe in azione ad Arischia, Bagno, Roio e San Gregorio. Poi tocca al centro.

L’AQUILA. «Gravi e diffuse lesioni strutturali. Calcestruzzo di scarsa qualità». Con questa motivazione il sindaco Massimo Cialente ha disposto la demolizione di un edificio residenziale in via Rustici 38, zona San Pietro. Alcuni dei proprietari quando hanno letto l’ordinanza si sono messi a piangere. Il piano delle demolizioni degli edifici definiti «irreparabili» procede speditamente. Finora sono stati tirati giù una quarantina di edifici che si trovano soprattutto nelle frazioni di Arischia, Bagno, San Gregorio e Roio. Il piano, poi, passerà al centro storico.

DEMOLIZIONI. Mentre riprendono le operazioni per abbattere gli immobili di via Germania a Pettino - lavori già avviati ma poi interrotti dopo un incidente che ha portato al ferimento di un operaio - il sindaco Cialente ha firmato altre ordinanze. «E per ciascuna», conferma lo stesso Cialente, «provo un grande dolore. Una cosa che mi capita ogni volta che devo assumere un provvedimento del genere». E, c’è da giurarci, ce ne saranno degli altri. Nella zona rossa del centro storico, finora, è stato abbattuto un solo stabile, nelle vicinanze dell’ex carcere di San Domenico. Un altro immobile irrimediabilmente danneggiato dal terremoto è stato abbattuto alla Villa comunale. Ma, anche per via del problema delle macerie da collocare nell’unico sito attualmente in funzione, quello dell’ex cava della Teges, gli abbattimenti stanno avvenendo in maniera graduale.

Del resto, la legge prevede che l’ordinanza del sindaco sia appellabile, entro i 60 giorni successivi a partire dalla notifica, per via amministrativa, davanti ai giudici del Tar. È ammesso anche il ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla notifica del provvedimento del sindaco. In molti casi la procedura si è pertanto interrotta mentre in altri sta andando avanti. Secondo l’ingegnere Mario Di Gregorio, in forza al servizio Emergenza e ricostruzione del Comune dell’Aquila, «dopo le demolizioni programmate nelle frazioni si passerà al centro storico della città».

VIA RUSTICI 38. Uno degli immobili che sarà abbattuto è quello di via Rustici 38. Si tratta di un edificio in cemento armato che si sviluppa su sei livelli la cui costruzione risale agli anni Sessanta del secolo scorso. Secondo i risultati delle commissioni di tecnici che hanno visitato l’immobile e compiuto accertamenti successivi, lo stabile è interessato da «gravi e diffuse lesioni strutturali» che sono state evidenziate e rilevate «su tutti i piani, in corrispondenza di travi, piastre e nodi». Secondo i tecnici, «si rileva, a vista, una scarsa qualità del calcestruzzo. Pertanto», concludono, «si ritiene necessaria la demolizione dell’intero edificio». Il responsabile del procedimento è l’ingegnere Giuseppe Galassi. Gli studi successivi diranno, poi, se sarà possibile riedificare nello stesso luogo e con gli stessi volumi del vecchio progetto. In particolare, saranno decisivi i risultati delle indagini geologiche condotte in quella zona.

GLI ALTRI EDIFICI. In lista ci sono diversi edifici del centro da abbattere ma per la quasi totalità dei casi la Soprintendenza mira alla conservazione dell’esistente. Altre demolizioni sono state programmate nella zona di via Santa Croce. Sono in corso controlli, da parte di squadre di tecnici, in tutte le strade del centro dove sono stati segnalati edifici a rischio di demolizione.