«Dobbiamo sta’ attenti tutti al telefono» 

Così il sindaco Ciciotti ha tentato di avere informazioni riservate in Procura. Oggi gli interrogatori dei tre arrestati

CAPISTRELLO. Attraverso le sue conoscenze, ha cercato di avere informazioni riservate in Procura sulle indagini che riguardavano il Comune di Capistrello. Ed è questa una delle motivazioni che ha spinto il gip Maria Proia a disporre l’arresto per il sindaco Francesco Ciciotti. Come si evince da un’intercettazione del 9 settembre 2017 con un uomo mai identificato.
Ciciotti: «Ma Savelli non è quello che ha fatto a...».
Uomo: «No è Cerrato no (inc.) detto niente no quando a fa capì...».
Ciciotti: « (inc.) C’è passata l’altra volta lei è andata a guardare nel registro mi ha detto: guarda Fra’ non c’è niente per nessuno».
Uomo: «Non ci sta niente».
Ciciotti: «Però anche tramite altre persone che ho chiesto ad Avezzano di avere mmm mi ha detto: “a Capistrello non risulta niente di particolare”».
Uomo: «Io mo mo sto a cena con lei dopo domani sera, perché fa quarant’anni il genero, appunto non vengo da Fernando no, però tengo i quarant’anni del genero stiamo a cena insieme no... e gliene parlo un po’ (inc.) perché il telefono....».
Ciciotti: «No no no dobbiamo sta’ attenti tutti quanti di più al telefono...».
OGGI INTERROGATORI. I tre principali indagati su presunte irregolarità sull’affidamento di appalti pubblici nel Comune di Capistrello, il sindaco Francesco Ciciotti, l’ex consigliere comunale con delega ai Lavori pubblici, Corrado Di Giacomo, e il responsabile dell’Ufficio tecnico, Romeo Di Felice, tutti ai domiciliari, vengono ascoltati oggi dalle 10 in tribunale ad Avezzano. Compariranno davanti al gip per gli interrogatori di garanzia.
IN TRE SI DISCOLPANO. Ieri mattina sono stati ascoltati dal gip Proia tre indagati, Francesco Ruscitti, Renza Di Domenico e Danilo Santirocco. «Hanno chiarito la loro posizione», ha affermato l’avvocato Moreno Di Cintio, che assiste Di Domenico e Santirocco, dipendenti comunali, «tant’è che il procuratore ha ritirato la richiesta di sospensione dai pubblici uffici». «La posizione del mio assistito», ha aggiunto il legale Eleuterio Simonelli che difende Ruscitti, «è molto marginale rispetto a quella che sembra l’indagine della Procura. Ha chiesto di verificare concretamente gli atti ai quali si riferiscono gli addebiti e si è detto estraneo alla vicenda avendo lavorato oltretutto in Comune solo sei mesi e di tutte le delibere di cui si parla ha messo mano a una sola, che era una ratifica di quella precedente. Ma senza commettere alcun tipo di reato». Nei loro confronti si è deciso di non applicare alcuna misura cautelare.
LE ACCUSE. Alla luce di questi interrogatori rimangono quindi 17 gli indagati, ma solo per dieci è stata emessa una misure cautelare, tre arresti domiciliari e sette sospensioni dall’attività professionale per un periodo di 12 mesi. Le accuse ipotizzate a loro carico vanno, a vario titolo, dalla concussione alla corruzione, passando per ipotesi di reati relative alla turbativa. Le indagini sono state portate avanti dai carabinieri agli ordini del maggiore Edoardo Commandè. Gli indagati sono coinvolti in un presunto giro di irregolarità sull’affidamento di lavori e sulla spartizione di incarichi pubblici.
IL TESTE DENUNCIATO. Il sindaco Ciciotti nel tardo pomeriggio di ieri ha incontrato il suo legale, l’avvocato Antonio Milo, al quale ha confermato di non avere alcuna intenzione di dimettersi dal suo incarico. Ha contestato ogni addebito, sottolineando che il testimone su cui si basa l’impianto accusatorio «era già stato più volte segnalato alle autorità dal sindaco stesso». «Il sindaco», ha aggiunto Milo, «cercherà di chiarire tutta la vicenda nel corso dell’interrogatorio». Nel collegio difensivo anche gli avvocati Roberto Verdecchia, che assiste l’ex consigliere Corrado Di Giacomo, Fernando Pestilli che difende Romeo Di Felice e Franco Colucci legale di Mattia Coviello.
©RIPRODUZIONE RISERVATA