Professoressa travolta e uccisa sulla statale 17, pena ridotta

La vettura dopo lo schianto
Sconterà 9 mesi il romeno che nel 2015 impattò con l’auto guidata da Maria Luisa Esposito, all’epoca 52enne
SULMONA. Era stata travolta e uccisa da un’auto mentre si stava immettendo con la sua vettura sulla statale 17. A distanza di dieci anni, la Corte d’Appello dell’Aquila ha ridotto la pena al 45enne di nazionalità romena, Aurel Coitoru, accusato dell’omicidio colposo di Maria Luisa Esposito, docente sulmonese di 52 anni, deceduta nel 2015 all’altezza di Pettorano sul Gizio. I giudici di secondo grado hanno comunque riconosciuto la responsabilità del conducente, che guidava un’Alfa Romeo, per la causazione dell’incidente mortale, concedendo tuttavia le attenuanti generiche e la sospensione della pena e condannandolo a risarcire i familiari della vittima in separata sede.
In primo grado, nel 2022, il tribunale di Sulmona lo aveva condannato a due anni di reclusione. L’impatto fu devastante, tanto che l’insegnante morì sul colpo e la sua Volkswagen fu letteralmente sventrata sul lato sinistro in corrispondenza del posto di guida. Nel corso del giudizio di secondo grado ha trovato riscontro l’ipotesi che era stata sollevata dalla difesa, rappresentata dall’avvocata Maria Romilda Ratiglia, secondo la quale la vittima era al telefono al momento dello schianto: la supposizione si basava sul rinvenimento del cellulare e degli occhiali sull’asfalto, almeno stando a quello che i tre occupanti dell’Alfa Romeo avevano dichiarato alla polizia stradale.
Tuttavia la perizia disposta dal Pm aveva fatto emergere un superamento della velocità dell’imputato (90km/h) a fronte di un mancato rispetto dello stop da parte della professoressa. Se il conducente dell’Alfa avesse tenuto una velocità di 70 km/h, avrebbe potuto arrestare il veicolo 45 metri prima o causare alla donna lesioni soltanto modeste. La parte civile è stata rappresentata in giudizio dall’avvocato Vincenzo Colaiacovo.
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