Dottoressa aggredita verbalmente a Sulmona: insulti social contro gli operatori

Personale sanitario nel mirino sulla Rete dopo l’episodio in pronto soccorso. Gli screenshot finiranno in Procura: «Superato ogni limite, siamo esausti». Arriva la guardia armata
SULMONA. «Fanno bene i pazienti che arrivano alle mani, perché in quel reparto e nell’ospedale c’è una massa di incompetenti». È solo uno dei numerosi messaggi apparsi sui social dopo l’aggressione subita la scorsa domenica da una dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona. Post dal carattere offensivo e diffamatorio che sono stati rimossi dagli autori. Gli screenshot però sono finiti sul telefono dei medici e degli operatori sanitari che hanno ora intenzione di avviare una controffensiva, sottoponendo tutti i messaggi all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Molte considerazioni infatti, a detta degli operatori sanitari, superano il diritto di critica e manifestazione del pensiero sancito dalla Costituzione. In alcuni casi si passa all’offesa personale, inneggiando perfino alla violenza. Il clima di tensione che ne è scaturito ha quindi dato vita a una cordata di operatori sanitari che ora stanno facendo fronte comune per presentare una denuncia collettiva in Procura, in modo tale che i “leoni da tastiera” si assumano le proprie responsabilità.
«Siamo esausti. A ogni attesa ci sono triage, priorità, vite da salvare e personale che corre senza sosta. Non siamo il bersaglio della frustrazione di nessuno: siamo persone, professionisti, che fanno il possibile con risorse umane sempre più limitate. Non chiediamo applausi. Non chiediamo miracolo. Ma solo rispetto», scrive un’infermiera del pronto soccorso, in uno dei commenti postati, per rendere l’idea di ciò che accade. D’altronde, quello della dottoressa del pronto soccorso non sarebbe l’unico caso di aggressione verbale avvenuta in ospedale. Nei giorni scorsi, infatti, altri operatori sanitari hanno dovuto fare i conti con minacce e intemperanze dei pazienti. La Asl dal canto suo, come annunciato dal manager, Paolo Costanzi, non ha intenzione di sporgere denunce formali bensì di alzare il livello di sicurezza nei singoli presidi.
«Mi impegnerò per ripristinare il posto fisso di polizia ma ciò dipende anche dalla disponibilità delle forze dell’ordine e del questore con cui mi confronterò. Comunque stiamo provvedendo per dotare i presidi di guardia armata», ha annunciato il direttore generale dell’azienda che, per evitare ulteriori tensioni, si sta muovendo anche per rafforzare gli organici con concorsi a tempo determinato più lunghi. I contratti avranno una durata di tre anni anziché di sei mesi con la speranza di intercettare professionisti della sanità. Uno dei primi riguarda proprio il pronto soccorso che opera con soli sei medici in pianta organica, uno per turno, così suddivisi: tre stabili, uno con orario ridotto e due con contratti di collaborazione individuale dopo il pensionamento.
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