Due Pontefici uniti nel nome della fede

Benedetto XVI ha celebrato «insieme» a Celestino V: un uomo che preferiva il silenzio

SULMONA. Due Pontefici, Benedetto XVI e Celestino V si sono ritrovati ieri in piazza Garibaldi a Sulmona. Hanno celebrato insieme la Santa Messa. Il Papa della Perdonanza vissuto otto secoli fa era nella teca che ne conserva i resti mortali. Benedetto XVI nell'omelia, davanti a migliaia di persone che hanno sfidato la calura, ne ha ricordato santità e soprattutto insegnamenti: validi ancora oggi.

Anche Celestino ha sfidato il caldo che a un certo punto è diventato quasi insopportabile. Forse in futuro bisognerà trovare il modo di climatizzare meglio la teca. Sia lo scorso anno alla Perdonanza che ieri a Sulmona la cera di cui è fatta "la maschera" che copre le ossa del cranio ha dato segni di cedimento e prima della Messa i vigili del fuoco hanno dovuto spostare la teca in un luogo più ombreggiato. Benedetto XVI ha parlato del suo predecessore (unico Papa nella storia a dimettersi dopo poco più di 5 mesi dall'elezione) come di un uomo che non ha «ceduto mai al fascino della moda, né a quello della violenza e dell'imposizione», che si è «distaccato dalle preoccupazioni per le cose - il denaro e il vestito - confidando nella Provvidenza del Padre» e che ha avuto «attenzione e cura in particolare verso i malati nel corpo e nello spirito». E il Pontefice ha fatto più volte riferimento (sia nell'omelia che all'Angelus) alla vita eremitica di Pietro del Morrone e a quel suo rifugiarsi nel «silenzio fuggendo dal frastuono» del mondo.

Due Papi distanti otto secoli ma che si ritrovano sui valori e sulle cose essenziali.
Benedetto XVI ieri è giunto per la terza volta in Abruzzo (dopo Manoppello al Volto Santo e all'Aquila terremotata). La sua presenza a Sulmona voluta fortemente dal vescovo Angelo Spina ha messo il sigillo all'anno giubilare celestiniano iniziato lo scorso anno per ricordare gli 800 anni dalla nascita (fissata in un periodo che va dal 1210 al 1215) di Pietro del Morrone. Il Papa è arrivato puntualissimo, in elicottero, nello spazio dei campi sportivi dell'Incoronata. E' stato accolto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e da tutte le autorità locali: il sindaco di Sulmona Fabio Federico (le due figlie hanno offerto all'illustre ospite un mazzo di fiori bianchi), il presidente della Provincia Antonio Del Corvo, il presidente della Regione Gianni Chiodi, il prefetto Giovanna Maria Iurato. Sugli spalti circa duecento persone plaudenti. La banda di Introdacqua ha accolto il Santo Padre con alcuni brani musicali. Ad attendere Papa Ratzinger anche una giovane coppia di Bugnara Giulio Incani e Maria Niva Di Tommaso con in braccio la loro terza figlia, Giulia, di appena 50 giorni. Un uomo della sicurezza del Vaticano ha preso la bimba e l'ha avvicinata al Pontefice che era già salito sulla papamobile. La madre ha ringraziato il Papa stringendogli e baciandogli le mani.

Prima di giungere all'Incoronata l'elicottero aveva sorvolato il monte Morrone e il Santo Padre ha potuto vedere dall'alto l'eremo nel quale Celestino V prima di salire al soglio di Pietro visse a lungo.

Benedetto XVI per arrivare a piazza Garibaldi per la Santa Messa ha percorso il centro storico di Sulmona. E lì tutti si sono resi conto che i fedeli presenti erano molti meno di quelli che ci si attendeva. Nei giorni scorsi si era parlato di almeno 25.000 persone che sarebbero giunte da fuori Sulmona. Già dal mattino presto però è stato chiaro che non ci sarebbe stata nessuna invasione: i tanti parcheggi predisposti sono rimasti quasi inutilizzati e i commercianti che si attendevano pienoni in negozi e ristoranti sono rimasti delusi anche se una valutazione più precisa si potrà fare solo oggi. Una stima delle persone presenti non va oltre le 15.000 di cui 9.000 (moltissimi i religiosi) a seguire la Messa. Dalle immagini televisive, soprattutto verso la fine della celebrazione, la piazza appariva con ampi spazi vuoti ma questo è stato dovuto anche al fatto che il gran caldo aveva costretto molti a spostarsi nella parte destra che è stata in ombra fin oltre mezzogiorno. Naturalmente la visita di un Papa non è un concerto o una manifestazione di protesta. Sarebbe quindi ingeneroso parlare di flop. Certo è che una serie di cause hanno limitato l'afflusso: la calura ha certamente tenuto in casa molta gente, soprattutto le persone anziane. Probabilmente prevedendo "grandi numeri" c'è stata una distribuzione dei pass molto "controllata" e chi non era riuscito a procurarselo ha preferito non muoversi e magari seguire la Messa in Tv (trasmessa da Rai 1, Telepace, Tv2000, queste ultime due hanno dato in diretta anche l'incontro con i giovani del pomeriggio). Alla diocesi dell'Aquila, per esempio, erano stati inviati soli 150 pass (e molti non sono stati usati). Non si sono visti nemmeno tanti pullman. Il paradosso insomma è che una organizzazione praticamente perfetta (non ci sono state sbavature e tutto si è svolto nei tempi e nelle modalità previste) forse ha finito per penalizzare l'affluenza. Non va dimenticato inoltre che la visita ha coinciso con la prima vera domenica d'estate e il richiamo delle spiagge è stato forte.

Durante l'Angelus Benedetto XVI ha affidato «la Chiesa di Sulmona-Valva alla Vergine Maria che voi venerate con particolare devozione al Santuario della Madonna della Libera a Pratola Peligna». Una Chiesa che «fedele all'eredità di San Pietro Celestino sappia sempre comporre la radicalità evangelica e la misericordia perchè tutti coloro che cercano Dio lo possano trovare». Il Papa aveva fatto riferimento nella sua omelia anche ai temi del lavoro (sollevati soprattutto dal sindaco Federico nel suo messaggio di saluto) e ai problemi e al «senso di smarrimento dovuto al sisma del sei aprile; la fede» ha detto «vi aiuterà a superare tutto questo». Nel corso della Santa Messa una persona di Rosciano (Pescara) ha cercato di forzare lo sbarramento per potersi avvicinare al Papa. E'stato bloccato e denunciato. Nel pomeriggio dopo aver ricevuto una delegazione di detenuti del carcere sulmonese (tristemente noto anche come carcere dei suicidi) e aver incontrato in cattedrale i giovani della diocesi la papamobile ha accompagnato il Pontefice allo stadio Pallozzi dove lo aspettava l'elicottero che lo ha riportato in Vaticano. Il vescovo sulla scaletta ha ringraziato Benedetto XVI e ha detto: «La sua visita è stata un dono di Dio». Poco più in là c'era il sindaco Fabio Federico. Con le lacrime agli occhi.

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