E l’Amatrice prende a calci il terremoto

Calcio Terza categoria, prima vittoria (3-1) dei rossoblù che giocheranno le gare in casa a Borbona

RIETI. Se ripartire vuol dire pure prendere a calci il terremoto, magari con un pallone tra i piedi, allora l’Amatrice può dire, sì, di essersi incamminata sulla giusta strada. E per una volta i tre gol inflitti ai “rivali” della Pro Calcio Cittaducale passano in secondo piano.

Una giornata storica, segnata dalla telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente Tito Capriccioli per fare gli auguri alla squadra.

Per la prima assoluta del campionato della rinascita, nel girone A di Terza categoria, l’Amatrice torna a giocare con il Lazio, regione troppo “distante”, tanto che, negli anni passati, i rossoblù, per il calcio, scendevano nell’Ascolano. Gara d’esordio allo stadio “Centro d’Italia” di Rieti, con oltre 400 spettatori tra i quali l’ex laziale Felice Pulici. E oltre 200 bambini delle scuole calcio reatine, con tante iniziative collaterali di sostegno alla causa delle popolazioni colpite dal sisma. Continui e costanti, nella vicenda amatriciana, i legami con L’Aquila. Anche per l’aspetto sportivo. A partire dai comuni colori, rossoblù, passando per la vecchia militanza calcistica del sindaco Sergio Pirozzi – nato a San Benedetto del Tronto da genitori di Controguerra – con la squadra del capoluogo abruzzese, senza dimenticare i ritiri precampionato della squadra aquilana nel campo dove ora c’è una tendopoli, e come dimora l’hotel Roma crollato nella notte del terremoto.

In più, una presenza del tutto speciale della gara giocata a Rieti è quella dell’arbitro Andrea Mittarelli, 38 anni, della sezione di Rieti, che vive ad Antrodoco, agente della Forestale in servizio a Montereale, il quale, il 24 agosto, salvò la piccola Giulia (lo stesso nome della figlia), di 11 anni, durante le operazioni di scavo tra le macerie che fin dalle prime ore, in piena notte, videro in prima linea gli aquilani. I primi ad arrivare in un territorio amico e vicino, diviso soltanto da un anacronistico confine che la tragedia ha contribuito di fatto a cancellare.

E la squadra di Amatrice, dopo il successo della gara inaugurale, tornerà ad avvicinarsi ancora al territorio aquilano in quanto le restanti gare interne verranno disputate al campo sportivo di Borbona, al confine con il territorio di Montereale, mentre le trasferte saranno giocate sul campo neutro di Cittaducale, anche per evitare la peregrinazione degli amatriciani nel vasto territorio del Cicolano. Il sindaco Pirozzi, che quella notte lanciò alto il grido: «Amatrice non esiste più», promette che l’anno prossimo la squadra tornerà ad allenarsi e a giocare sul proprio campo. «Perché», dice lui, «bisogna sentirsi solo degli sfrattati a tempo, perché chi si sente un terremotato è destinato a perdere sempre».

©RIPRODUZIONE RISERVATA