Ecco la cagnetta adottata dai calciatori dell'Aquila

Sempre vicina alla squadra rossoblù durante il ritiro, starà nella casa dell’allenatore Morgia e non a caso è stata chiamata Aquila

L’AQUILA. C’è chi in estate abbandona i cani e chi li adotta. Per dieci giorni al seguito dell’Aquila calcio in ritiro pre-campionato a Campo Felice, la fedeltà di un cane randagio è stata premiata. La cagnolina non si è persa neanche un allenamento, strappando sorrisi e carezze ma soprattutto catturando le attenzioni di atleti e staff rossoblù. Di comune accordo con la squadra, che si è affezionata alla cagnolina, un incrocio tra lupo e pastore tedesco, l’allenatore Massimo Morgia ha deciso di adottarla e occuparsene personalmente. “Aquila”, nome scelto per il cane divenuto mascotte del gruppo, ha ricevuto in dono il collare e il guinzaglio ed è stato preso appuntamento in un negozio di animali di un tifoso rossoblù per farla pulire. Inoltre, l’allenatore ha incaricato alcuni suoi collaboratori di cercare prontamente un veterinario per far visitare “Aquila”, che è stata trovata a Campo Felice sprovvista di microchip.

L’adozione del cane è divenuta social con un post di Morgia sulla sua pagina facebook “Quelli che... Ci vogliono provare!” e una sua foto con il collega Porracchio e il cane.

Come spesso accade, il web si è diviso. C’è chi ha applaudito al gesto che rivela un’estrema sensibilità d’animo e chi, invece, lo ha accusato di farsi pubblicità con l’adozione. «Zara è di tutti, è di Campo Felice. Non è un randagio. È stato abbandonato anni fa, ma è accudito con amore da ben 9 anni! Lei non è un trofeo e non ama esser presa!!», ha dichiarato una signora a un sito web. Venuto a conoscenza dell’esternazione della donna l’allenatore ha spiegato come è nata l’amicizia tra L’Aquila Calcio e il cane. «Che significa un trofeo? Abbiamo fatto un gesto che si è sentito il gruppo per creare uno spirito positivo. Il cane, sprovvisto di microchip, starà a casa mia. Inoltre, vedremo di mettere una cuccia allo stadio perché è il cane dell’Aquila». «Non è una decisione mia, ma dello staff e di tutti i ragazzi», ha continuato, «è stata dieci giorni con noi, addirittura ci aspettava in albergo, in particolare fuori la porta della mia camera. Ho chiesto all’albergo chi, dopo la nostra partenza, le avrebbe dato da mangiare. Mi è stato risposto che non si sapeva. Non potevamo lasciarla lì sola».

Nonostante la querelle l’entourage di Morgia ha già sentenziato «Il baffo il cane non lo molla!».

Alessia Lombardo

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