Ecco Nao, il robot che aiuta i bambini 

Entrerà in funzione dal primo giugno e interagirà con l’umore dei piccoli pazienti. Progetto degli Atenei dell’Aquila e Napoli

L’AQUILA. Un robot “quasi umano”, che può interagire con i bambini intervenendo anche su un semplice cambio di umore.
È il progetto Robot Therapy in Pediatric Emergency, nato dalla collaborazione tra l’Università dell’Aquila e l’Università Federico II di Napoli, sotto la responsabilità della professoressa Clara Balsano, direttore della Scuola di specializzazione di Medicina d’emergenza/urgenza dell’Università dell’Aquila e presidente della Fondazione Francesco Balsano. Il robot per i bambini entrerà in azione dal primo giugno al il pronto soccorso pediatrico del San Salvatore, diretto dal professor Alberto Verrotti. Il robot umanoide, di ultima generazione, ha anche un nome: si chiama Nao. È in grado di interfacciarsi e interagire con i piccoli pazienti, di interpretarne gli stati d’animo e le condizioni psicofisiche, grazie agli algoritmi di cui è dotato. Questi, combinati a parametri clinici e biochimici, consentiranno a Nao un’interazione personalizzata con il bambino, il quale vedendo nel robot una sorta di supereroe, sarà immune dall’ansia e dal timore che la vista di un camice bianco può suscitare, a discapito di una proficua collaborazione con il pediatra. In altre parole – come sostengono i realizzatori dell’impresa – l’intelligenza “sociale” di cui Nao è dotato gli permetterà di interagire emotivamente con i bambini, sotto l’attento controllo del gruppo di lavoro guidato dalla professoressa Dina Di Giacomo. Lo studio si svolgerà sotto l’egida del Dipartimento Mesva dell’Ateneo aquilano, diretto dal professor Guido Macchiarelli. Il sistema di algoritmi consentirà inoltre al robot di adattarsi al comportamento del bambino in modo da intervenire positivamente quando compaiano segnali di allarme, sofferenza o anche soltanto cambi di umore. Il software del robot Nao sarà studiato e implementato dal gruppo diretto dalla professoressa Silvia Rossi, responsabile del laboratorio Prisca, del Dipartimento di Ingegneria elettrica dell’Università di Napoli.
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