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«Economia senza una sede» Nuovo allarme dell’Udu

L’AQUILA. L’Unione degli Universitari dell’Aquila torna a denunciare la situazione legata al trasferimento della sede di Economia: «Ancora nessuna certezza per gli studenti». «L’estate avanza»,...

L’AQUILA. L’Unione degli Universitari dell’Aquila torna a denunciare la situazione legata al trasferimento della sede di Economia: «Ancora nessuna certezza per gli studenti».

«L’estate avanza», scrivono i rappresentanti dell’Udu, «le attività didattiche sono prossime alla pausa di agosto, ma i punti interrogativi che riguardano l’Univaq sono ancora diversi per il prossimo anno accademico. Uno su tutti preoccupa gli studenti di Economia; tra pochi mesi il contratto d’affitto dello stabile ex Optimes andrà in scadenza e a oggi non vi sono ancora certezze sulla futura sede dei corsi dell’area economica. In questi mesi si sono profilate due alternative: la prima è rappresentata dalla struttura ex Felix (che attualmente ospita laboratori e uffici dei corsi d’Ingegneria e il cui trasloco non sembra essere avviato), nel nucleo industriale di Pile; la seconda, invece, interessa parte delle strutture della giustizia minorile, nei pressi di Acquasanta. Il consiglio di amministrazione ha già provveduto a deliberare gli eventuali interventi nella struttura dell’ex Felix per adibirla alla didattica, ma per avviare i lavori si sta aspettando la risposta definitiva da parte del ministero della Giustizia in merito alla disponibilità di alcuni edifici del Minorile, risposta che tarda ad arrivare e che, a oggi, seppur fosse positiva, rischia di essere una soluzione non più praticabile visti i tempi ristretti per lavori e riorganizzazione degli spazi».

«L’università», prosegue l’Udu, «non può, a qualche giorno dall’inizio delle iscrizioni per il prossimo anno, avere così tante incertezze sulla dislocazione dei propri corsi di laurea. Siamo a circa un mese dalla ripresa dell’attività didattica e gli studenti dell’ex facoltà di Economia non hanno nulla di concreto, l’ennesima dimostrazione di un ateneo “in stato confusionale”, privo di un quadro programmatico e organizzativo certo sulla localizzazione degli stabili. Ricordiamo che spostare una sede non significa solo spostare i banchi significa anche adeguare una serie di servizi come trasporti e mensa. Per gli studenti fuorisede conoscere la sede significa poter scegliere anche in quale quartiere cercare un posto letto da affittare. Speriamo che della sede e dei servizi conseguenti se ne stia parlando nel tavolo tra Adsu, Comune e Ateneo, tavolo cui la rettrice ha fatto cenno nella conferenza stampa del 3 luglio, alla presenza del consigliere comunale delegato Palumbo. Un tavolo dove nessuno studente è stato invitato a partecipare, né da parte del Comune né dall’Università e dove, speriamo per una prolungata distrazione, non è stato mai convocato neanche il presidente del Consiglio studentesco. Una prassi, quella di discutere e decidere su servizi agli studenti escludendo gli studenti, di cui chiediamo conto sia alla rettrice che al sindaco. Infine è da sottolineare come l’ex facoltà di Economia sia oramai al terzo trasloco in pochi anni e qualunque decisione venga presa sembra prospettarsi comunque come una soluzione di breve termine, mancando quindi di una programmazione definitiva che oramai sembra esser arrivata per tutti gli altri corsi di laurea. Già due anni fa abbiamo rischiato, con il ritorno a Roio del Diceaa, che gli studenti di Edile-Architettura perdessero l’anno a causa del ritardo nei lavori, non possiamo permetterci che accada nuovamente, siamo stanchi di vivere l’università in continua emergenzialità a più di 6 anni dal sisma. L’unica certezza è che il tempo per trovare una soluzione è sempre più ridotto. Con la ripresa delle attività didattiche alle porte e considerata la necessità degli studenti fuorisede di cercare casa, questa situazione rischia di creare disagi enormi anche all’immagine dell’università».