Ecosfera, sisma e corruzione Giro da 20 milioni di euro per i piani di ricostruzione

Al centro dell’indagine della Procura i documenti prodotti dai superconsulenti per conto delle amministrazioni

L’AQUILA. Un giro milionario. Venti milioni di progettazione. Numeri da capogiro per il lavoro propedeutico alla predisposizione dei piani di ricostruzione. Giro che diventa miliardario se ai soldi per la carta si aggiungono quelli per il mattone. In questo grosso forziere della ricostruzione ha messo il naso la procura dell’Aquila che vuole vederci chiaro su chi e a che titolo abbia lavorato ai piani, incaricato da chi, per quanto tempo e soprattutto per quanti soldi. Soldi che i Comuni non hanno, ovviamente, tanto che per i piani di ricostruzione rendicontano alla struttura tecnica del commissario che controlla e paga. In questo o in altri meccanismi, secondo l’ipotesi accusatoria del pm Antonietta Picardi hanno messo le mani gli uomini di Ecosfera, che come colosso numero 1 per le consulenze aziendali non avrebbe potuto disinteressarsi del grande business della ricostruzione. Anche nella fase precedente, quella della progettazione e degli atti preparatori, tutti passati al vaglio dell’architetto Gaetano Fontana che si è ritrovato indagato per il reato di corruzione insieme al suo stretto collaboratore Enrico Nigris e all’altro architetto Marco D’Annuntiis docente universitario della facoltà di Camerino.

I QUATTRO PIANI. Per ora sono sotto esame tutti quei progetti ai quali ha lavorato l’ateneo marchigiano. Si va dal piano di ricostruzione della frazione aquilana di Tempera a quello dei Comuni di Barisciano (che costa 450mila euro dei quali 90mila già rendicontati e dunque erogati), Barete (300mila euro circa) e Ocre (200mila euro). Insomma, ben oltre il milione. Mesi fa, nel pieno infuriare della battaglia tra chi era favorevole ad affidare la redazione dei piani di ricostruzione alle università e chi, invece, era propenso a incaricare singoli professionisti, i Comuni erano stretti d’assedio e chiesero consiglio. La Procura vuole accertare, tra le altre cose, se quelle scelte furono prese in piena autonomia oppure se furono in qualche modo guidate. E soprattutto, scoprire se oltre all’ufficialità degli incarichi stabiliti in convenzione, qualcuno abbia tentato di infilare dei corrispettivi per attività di ricerca finalizzata alla predisposizione dei piani stessi. Attività di ricerca che potrebbe essere stata favorita dal tandem Fontana-Nigris, facilitatori dello sbarco di uomini della galassia Ecosfera i quali, tuttavia, avrebbero agito attraverso altre società, servendosi di strutture parallele e di prestanome. Ipotesi tutte da provare, il che non ha impedito che nei confronti dei sospettati si procedesse anche attraverso la predisposizione di accertamenti bancari.

LE SCORCIATOIE. L’altro aspetto sul quale si stanno concentrando gli investigatori è quello dell’esistenza di possibili corsie preferenziali nel cammino periglioso dei piani di ricostruzione, alcuni dei quali avrebbero goduto di più significativa considerazione proprio in forza del fatto di essere stati affidati a determinati consulenti. Quanto alla mancata trasmissione al commissario dell’istruttoria del piano per la frazione di Tempera, lamentata dall’architetto Fontana nel corpo della sua appassionata difesa, dal Comune dell’Aquila fanno sapere che «il piano di Tempera sta dentro a quello dell’Aquila così come generalmente inteso e che è stato trasmesso a febbraio alla struttura commissariale». Insomma, neppure la Procura interrompe l’eterno dissidio.

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