Ecosfera, sisma e corruzione: spuntano i progetti fotocopia

I nuovi scenari dell'inchiesta, sindaco rivela: ci siamo affidati a quei tecnici che ci promisero rapidità per i piani di ricostruzione
L’AQUILA. «Faremo presto e bene». Queste le ultime parole famose di quei superconsulenti ben visti nelle stanze dei bottoni che promisero ai sindaci dei Comuni del cratere sismico di realizzare dei piani di ricostruzione talmente ben fatti che raggiungere l’intesa con la struttura commissariale sarebbe stato un gioco da ragazzi. C’è chi è riuscito a completare l’iter prima che la bufera dell’inchiesta Caligola-bis, che ipotizza l’esistenza di un patto corruttivo nella vicenda delle consulenze assegnate nel post-terremoto, esplodesse come il caldo di questa estate. E c’è chi, ora, teme che l’indagine della magistratura possa riverberare effetti negativi sul già tormentato percorso dei piani di ricostruzione ancora in corso di approvazione. Un’inchiesta, quella coordinata dal sostituto procuratore Antonietta Picardi, che vede coinvolte figure apicali della ricostruzione come l’architetto Gaetano Fontana direttore dimissionario e in scadenza di mandato dell’ufficio di coordinamento della ricostruzione, il suo braccio destro Enrico Nigris, architetto già presidente e amministratore delegato di Ecosfera spa e oggi dirigente dello stesso ufficio di coordinamento e l’altro architetto Marco D’Annuntiis docente universitario nella sede ascolana dell’ateneo di Camerino con studio professionale a Corropoli (Teramo).
IL MECCANISMO. Lo stesso team che ha lavorato per il piano di ricostruzione della frazione di Tempera l’ha fatto anche per quelli dei Comuni di Barete, Barisciano e Ocre. Tanto che, in certi casi, si sono verificate delle situazioni definite quantomeno anomale da alcuni osservatori. È il caso, ad esempio, di quei piani che riportavano nomi di strade o di interi quartieri riproposti con il copia-incolla per più paesi senza adattare neppure la toponomastica. Questo ha fatto presupporre che il team abbia lavorato su progetti-fotocopia. Gli investigatori stanno leggendo le carte sequestrate ai tre indagati perquisiti per capire chi e come abbia assegnato questi incarichi, in cambio di cosa e quanto siano costati.
L’INCARICO. Uno degli amministratori spiega com’è nato il rapporto con l’ateneo di Camerino. «Abbiamo preso contatti col preside di una facoltà, mica con una persona poco raccomandabile. Ci hanno detto che avrebbero fatto presto e ci siamo fidati. Non sappiamo nulla degli eventuali consulenti esterni o incarichi aggiuntivi assegnati. Del resto, il piano per la frazione di Tempera è stato uno dei primi ad avere l’adozione. Questo l’elemento decisivo che ci ha fatto optare per loro.Non pensavamo di finire dentro a una bufera del genere».
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