Evase dalla prigione in Sardegna: il super boss arriva alle Costarelle 

Raduano appartiene alla mafia del Gargano, il ministero sceglie il carcere dov’è stato Messina Denaro Condannato a 24 anni di reclusione per vari reati, è considerato tra i latitanti più pericolosi d’Europa

L’AQUILA. È stato portato nel carcere delle Costarelle a Preturo il boss della mafia del Gargano Marco Raduano, evaso dal carcere di Nuoro il 24 febbraio 2023 e catturato nei giorni scorsi in Corsica dai carabinieri del Ros. L’uomo è giunto nel penitenziario aquilano venerdì.
Dopo Matteo Messina Denaro (deceduto lo scorso settembre all’ospedale dell’Aquila) le Costarelle ospitano quindi un altro detenuto “eccellente”. Raduano è giunto scortato dagli uomini del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale. È nel settore 41 bis, in cella da solo.
CHI È
Raduano, 40 anni, di Vieste, era evaso dal braccio di alta sicurezza del carcere di Nuoro calandosi dal muro di cinta del penitenziario con delle lenzuola annodate. Su di lui gravavano condanne che avrebbe dovuto finire di scontare nel 2046. Una ventina di giorni prima della fuga, il 3 febbraio 2023, gli era stata notificata una nuova condanna, diventata definitiva, a 19 anni di reclusione, più tre anni di libertà vigilata, dopo che la Cassazione aveva giudicato inammissibile il ricorso da lui presentato. Si tratta di una condanna legata alla maxi operazione antimafia “Neve di marzo”, coordinata dalla Dda di Bari e portata a termine a Vieste nell’ottobre del 2019 quando fu sgominata un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravato dal metodo mafioso, che utilizzava anche armi da guerra.
Marco Raduano era nella lista dei primi 10 ricercati italiani più pericolosi stilata dall’Europol.
LA CONDANNA
Raduano era stato condannato a 24 anni di reclusione per essere a capo di un’organizzazione criminale di stampo mafioso, per traffico di droga, detenzione illegale di armi e altri reati.
Il boss è nato il 14 settembre 1943 e secondo l’Europol era a capo dell’organizzazione criminale operante nell’area del Gargano di Vieste, federata ad altri clan di Manfredonia. Ricopriva i ruoli di promotore e organizzatore e avrebbe organizzato omicidi, traffico di droga e gestione del racket estorsivo. Negli ambienti della criminalità foggiana era conosciuto con i soprannomi di “Pallone” o “Woolrich”.
La sua evasione, compiuta con il più classico e cinematografico escamotage, quello delle lenzuola arrotolate, era stata immortalata dalle videocamere di sorveglianza del penitenziario. Il video della fuga di Raduano aveva fatto il giro del web. Dopo meno di un anno però, la sua fuga è terminata.
Con un comunicato stampa, i carabinieri del Ros hanno fatto sapere che oltre all’arresto di Raduano, avvenuto col supporto in fase esecutiva della Gendarmeria francese e della Unidad central operativa della Guardia civil spagnola, è stato arrestato anche un secondo latitante, Gianluigi Troiano.
Troiano, che faceva parte del clan Raduano, proprio come il boss era stato condannato per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l’attività dell’associazione operante da almeno un decennio nel comprensorio di Vieste.
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