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Ex lavoratori Finmek, piano di salvataggio presentato al governo
La Fiom-Cgil sollecita l’intervento dei parlamentari
L'AQUILA. Si gioca l'ultima carta per i 100 ex lavoratori della Finmek, che a causa della manovra Sacconi-Tremonti, rischiano di non poter agganciare il prepensionamento. In ballo adesso c'è una una proposta avanzata della Cgil.
La Fiom-Cgil ha elaborato una piano di intervento, girato ai parlamentari Giovanni Lolli (Pd) e Paola Pelino (Pdl), per essere recapitato al governo nazionale. Nel documento si indica l'utilizzo del credito d'imposta per le nuove assunzioni effettuate dalle aziende del cratere aquilano, la possibilità di finanziamenti per i contratti di programma e interventi per finanziare la formazione e la riqualificazione del personale.
Secondo il segretario provinciale della Fiom Alfredo Fegatelli, «vanno individuati dei percorsi che possano modificare o estendere i benefici di alcuni provvedimenti legislativi. La modifica della legge pensionistica ha infatti contribuito a creare ulteriori situazioni di disagio per i lavoratori dei nostri territori, sia per le persone che sono state espulse dal lavoro negli anni precedenti, sia per quanti rischiano di perdere il proprio posto di lavoro».
L'attuale provvedimento pensionistico prevede che 10.000 lavoratori posti in mobilità con accordi antecedenti al 30 aprile 2010 possano mantenere i requisiti di accesso alla pensione con il vecchio sistema. «Si dovrebbe stilare una graduatoria», spiega Fegatelli, «per identificare i lavoratori che possono usufruire della deroga: chiediamo che fra questi vengano compresi tutti i lavoratori dei territori del cratere. Deve poi essere istituita una moratoria, sempre per questi lavoratori, nell'ambito della legge che prevede il progressivo aumento dell'età pensionabile. Per gli ultracinquantenni occorre il ripristino delle norme del decreto-legge 6 marzo 2006 n.68, convertito nella legge 24 marzo 2006 n.127, prevedendo che tale norma tenga in considerazione tutti i dipendenti che nei prossimi 5 anni compiranno 50 anni di età».
La Fiom-Cgil ha elaborato una piano di intervento, girato ai parlamentari Giovanni Lolli (Pd) e Paola Pelino (Pdl), per essere recapitato al governo nazionale. Nel documento si indica l'utilizzo del credito d'imposta per le nuove assunzioni effettuate dalle aziende del cratere aquilano, la possibilità di finanziamenti per i contratti di programma e interventi per finanziare la formazione e la riqualificazione del personale.
Secondo il segretario provinciale della Fiom Alfredo Fegatelli, «vanno individuati dei percorsi che possano modificare o estendere i benefici di alcuni provvedimenti legislativi. La modifica della legge pensionistica ha infatti contribuito a creare ulteriori situazioni di disagio per i lavoratori dei nostri territori, sia per le persone che sono state espulse dal lavoro negli anni precedenti, sia per quanti rischiano di perdere il proprio posto di lavoro».
L'attuale provvedimento pensionistico prevede che 10.000 lavoratori posti in mobilità con accordi antecedenti al 30 aprile 2010 possano mantenere i requisiti di accesso alla pensione con il vecchio sistema. «Si dovrebbe stilare una graduatoria», spiega Fegatelli, «per identificare i lavoratori che possono usufruire della deroga: chiediamo che fra questi vengano compresi tutti i lavoratori dei territori del cratere. Deve poi essere istituita una moratoria, sempre per questi lavoratori, nell'ambito della legge che prevede il progressivo aumento dell'età pensionabile. Per gli ultracinquantenni occorre il ripristino delle norme del decreto-legge 6 marzo 2006 n.68, convertito nella legge 24 marzo 2006 n.127, prevedendo che tale norma tenga in considerazione tutti i dipendenti che nei prossimi 5 anni compiranno 50 anni di età».
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