«Fallimento Edimo, tutelare i fornitori»

Appello di Mari Fiamma (Apindustria): «L’eventuale salvataggio non può essere fatto a spese dei subappaltatori»

L’AQUILA. «L’eventuale salvataggio del gruppo Edimo non può essere fatto a spese di subappaltatori e fornitori».

C’è forte preoccupazione, tra le imprese del territorio legate a doppio filo con il destino della holding. Tanto che il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli ha proposto di istituire un tavolo parallelo, che si occupi delle ripercussioni che avranno sull’indotto il fallimento della Edimo spa e la richiesta di procedure concorsuali per la Taddei spa e la Em969.

«Nella sede di Apindustria», spiega il segretario generale dell’associazione Massimiliano Mari Fiamma, «si sono riunite 31 imprese le cui situazioni sono strettamente correlate alle sorti del gruppo Edimo. Nel corso della riunione si è più volte ribadita la volontà di fare il possibile per scongiurare la chiusura delle aziende del gruppo, ma anche che l’eventuale salvataggio non può essere fatto a spese di subappaltatori e fornitori. Si tratta di fornitori di materiali per l’edilizia, impiantisti, venditori e noleggiatori di macchine industriali», sottolinea Mari Fiamma, «che rappresentano una buona porzione del Pil locale e che, se non si utilizzeranno tutti gli strumenti idonei per rendere meno invasive le procedure concorsuali, rischiano serie conseguenze, con un secondo trauma economico per l’area cratere».

L’Api invoca un intervento della politica. «Se si vogliono scongiurare conseguenze legali che porterebbero solo al peggioramento di un quadro già caratterizzato da tinte fosche», prosegue Mari Fiamma, «ci sarà bisogno di un intervento politico rapido e di qualità. In tal senso è stata accolta con favore la proposta del vicepresidente della Regione Lolli di istituire, all’interno della vertenza in atto, un apposito tavolo tra la proprietà, la curatela e le rappresentanze delle imprese coinvolte, con la mediazione della Regione e la presenza del Comune». Secondo Mari Fiamma, «l’aspetto politico della vicenda è fondamentale, anche perché la situazione, non certo la prima verificatasi nell’ambito della ricostruzione, potrà riguardare molte altre imprese coinvolte nell’immediato futuro e grazie a una legislazione fallimentare assurda e vessatoria, più volte denunciata sia da Apindustria che dal Cfe, si potrebbe prefigurare uno sciagurato scenario di dimensioni non più controllabili. Si attende ora in tempi strettissimi la convocazione del primo incontro», conclude Mari Fiamma, «per poter comprendere meglio la situazione attuale e le iniziative che si intendono intraprendere e, non ultimo, recepire le istanze dei subappaltatori e fornitori a tutela delle proprie imprese».

Romana Scopano

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