Festa con l’Italdonne Al Fattori è mancata soltanto la vittoria 

A Centi Colella in mattinata in campo un migliaio di bambini Al Fattori in 2.500 sugli spalti: col Giappone finisce 17-17

L’AQUILA. «Si vede così tanto che mi dispiace, ve’?». Scherza, ma neanche più di tanto, Andrea “Sisò” Di Giandomenico negli spogliatoi, fa fatica a nascondere la delusione: per chi sa di essere, forse, l’allenatore più vincente nella storia della Federugby, la mancata possibilità di far rispettare la legge del “giardino di casa” un po’ brucia.
Del resto, l’Italdonne si era presentata al Fattori da superfavorita, forte di un secondo posto all’ultima edizione del Sei Nazioni di categoria e di una differenza di ben dieci posizioni nella classifica internazionale. Tutt’altro che intimorito, però, il XV asiatico ha fatto capire sin dai primi minuti di non aver alcun timore reverenziale e di voler giocare le proprie carte: 17-17 il risultato finale, un pareggio che raffredda un po’ gli animi dei 2.500 spettatori, già messi a dura prova dalla pioggia e dalla temperatura al Fattori.
LE GIAPPONESI. C’è da dire che le nipponiche hanno preparato la sfida – il test match di ieri – al meglio, passando un’intera settimana in città. Accompagnate dal Liaison officer Umberto Innocente e dall’interprete Anna Monica Pratola – che si è formata all’Orientale di Napoli – hanno avuto il giusto tempo per ambientarsi. La dirigenza giapponese ha previsto le sedute di rifinitura a Centi Colella, proprio davanti al nascente PalaJapan, mentre la piscina di Pizzoli ha accolto la selezione per un paio d’ore. C’è stato modo anche di girare per il centro storico, nella giornata libera di giovedì, e persino per una sessione di arti marziali. Poi, nel terzo tempo, tutte a provare le ferratelle a forma di rosone di Collemaggio. «Merito al Giappone per aver affrontato con intensità questa partita», è il commento del commissario tecnico aquilano. «Noi, in certe situazioni, abbiamo rinunciato a giocare e faticato a esprimere il nostro rugby, ma anche questo fa parte del nostro percorso di crescita come squadra. Le giapponesi hanno saputo metterci in difficoltà, dovremo riflettere sulla disponibilità al gioco, che è sempre stata una nostra caratteristica. È l’inizio di una lunga stagione, non siamo preoccupati e guardiamo con serenità alle prossime sfide: continueremo a lavorare come sempre, anche gare come queste rappresentano esperienze necessarie per proseguire nella maturazione di questo gruppo». A fare la differenza, anche la forza del “Kimigayo”, l’inno giapponese che ha accompagnato il recente Mondiale maschile. Il coro della Mazzini-Patini, accompagnato dalla banda degli Alpini, ha eseguito gli inni. Da registrare la meta di Lucia Cammarano, tallonatore in forza alle Belve Neroverdi, al culmine di un’azione scandita dai cori della tribuna e dei distinti. Degna di nota l’ottima playlist di Giancarlo Inobeat Tiboni, ad accompagnare gli interventi all’altoparlante del giornalista Roberto Ciuffini. Blur, Acdc, Eagle-Eye Cherry, Metallica hanno influenzato le scelte alla consolle.
LA GIORNATA. Quella di ieri va comunque archiviata come una giornata significativa per la pallaovale, con il gotha del movimento all’Aquila, radunato all’hotel Canadian dal presidente Fir Alfredo Gavazzi per il consiglio federale. Una riunione che ha dovuto registrare le dimissioni del ct della Nazionale maschile Conor O’Shea. In mattinata la festa, con un migliaio di bambini e bambine sui tre campi di Centi Colella, provenienti da circa 40 scuole e club di 6 regioni: Abruzzo, Lazio, Campania, Toscana, Umbria e Marche. Una manifestazione nazionale itinerante, ideata dalla Fir, con l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf) e la Polfer. L’obiettivo è veicolare i valori del rugby e allo stesso tempo sensibilizzare i più giovani al rispetto delle regole di sicurezza.
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