Festa per i 75 anni dell’Istituto Ferrari

4 Maggio 2014

Il 16 maggio cerimonia con l’arcivescovo Petrocchi Le suore Zelatrici assistono i minorenni senza famiglia

L’AQUILA. Quando entri nel cortile dell’istituto «Immacolata concezione» di San Gregorio vieni circondato da un vociare di bambini che qualche volta si affacciano dalla finestra delle loro stanze e chiedono: «Come ti chiami?». Sono i piccoli ospiti della residenza «Maria Ferrari» delle Suore Zelatrici del Sacro Cuore Ferrari, che venerdì 16 maggio celebrerà il 75esimo anno di attività apostolica. Ci sarà una cerimonia importante per un istituto che ha attraversato la Seconda Guerra Mondiale, è sopravvissuta riprendendo con più tenacia di prima al sisma del 2009, sopportando anche le difficoltà dalla crisi economica. La cerimonia comincerà alle 17 con la messa presieduta dall’arcivescovo metropolita, Giuseppe Petrocchi, e concelebrata dal vescovo Giovanni D’Ercole e dall’arcivescovo emerito Giuseppe Molinari e dai sacerdoti. E soprattutto, ci saranno loro, le suore Zelatrici, le 15 protagoniste di questa struttura, articolata in una casa famiglia che ospita minori dagli 0 ai 5 anni e dai 6 agli 11; in una comunità educativa (minorenni dai 12 ai 18 anni) e in una casa madre-bambino, che accoglie i nuclei in fuga dalla violenza quotidiana: per lo più mamme con i loro piccoli. Quindici sorelle che hanno dai 27 ai 42 anni, giovani e piene di energia da trasmettere a chi ha perso la fiducia nel mondo. Vi arrivano anche i ragazzi e i bambini che il Tribunale per i minorenni allontana dalle famiglie. A tenere le redini di quella che è diventata una piccola azienda, è suor Mirella Del Vecchio, 61enne “manager” dell’istituto, dove è arrivata a 27 anni, appena laureata: «Amavo la ragioneria e avrei voluto fare l’infermiera». Così quando è arrivata, nel 1981, suor Mirella ha cominciato come maestra elementare. Tra le date che ricorda come un momento epocale, c’è il 1987, quando per la prima volta l’istituto aprì le porte anche a ospiti di sesso maschile. Oggi l’istituto conta 80 iscritti alla materna, mentre sono stati finora accolti 400 ragazzi su indicazione del Tribunale per i minorenni. Per non contare l’orfanotrofio, nato nel 1945 come rifugio di ragazze orfane della Guerra. La struttura è cresciuta negli anni con nuovi locali: il giovedì precedente il sisma, ad esempio, era stato gettato il tetto e si stavano terminando una palestra e una sala convegni. «Il sisma ci ha riportate indietro di 20 anni», racconta suor Mirella. Vent’anni di lavoro «facendo quello che potevamo, senza mai fare debiti, grazie al sostegno anche di tutte le persone che ci hanno dato una mano, pure portando solo un pacco di pasta e che ringrazio».

Marianna Gianforte

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