Finmeccanica, indagata la Iurato

Il nuovo prefetto dell'Aquila davanti ai magistrati di Napoli per un appalto da 37 milioni

NAPOLI. Il nome è lo stesso. Prima messo nero su bianco nell'appunto 13 del 2005 della lista Anemone, il costruttore al centro dell'indagine sulla "cricca romana". Comparso ora nel registro degli indagati con l'accusa di concorso in turbativa d'asta. Il nome è quello di Giovanna Maria Iurato, dal 20 maggio nominato prefetto dell'Aquila al posto di Franco Gabrielli. Il prefetto è stato messo sotto inchiesta dalla Procura di Napoli.

Secondo i magistrati campani, quando era al vertice dei servizi tecnico-logistici e della direzione patrimonio del dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale, la Iurato avrebbe avuto un ruolo chiave nell'assegnazione dell'appalto per la realizzazione del Cen di Napoli, un cervellone elettronico nel quale confluiscono tutte le immagini registrate a fini di ordine pubblico. Un affare da 37 milioni di euro che avrebbe visto favorite, sempre secondo le accuse, determinate ditte. Si presume che l'appalto - avrebbero scritto i magistrati nel fascicolo - sia stato aggiudicato illecitamente a un raggruppamento di imprese guidato da un'azienda della costellazione Finmeccanica, la Elsag Datamat spa con sede a Roma.

I dubbi della Procura sono principalmente due. Il primo riguarda la procedura dell'appalto, "segregata a procedura negoziata", chiusa con un'unica offerta. Quasi a voler far comprendere che tutto è stato deciso a tavolino. L'altro dubbio si ricollega al fatto che il marito del prefetto Iurato è un manager che ha avuto rapporti di lavoro con la società romana. L'appalto potrebbe essere stato pilotato visto che la Iurato, secondo gli inquirenti napoletani, ha costituito uno snodo centrale al momento del varo del Piano sicurezza?

L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un atto dovuto, hanno chiarito i magistrati, per tutelare la stessa Iurato e consentirle di poter adottare una linea difensiva. Un atto dovuto che arriva dopo l'interrogatorio a Napoli di lunedì scorso, nel corso del quale il prefetto dell'Aquila ha risposto al procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e ai sostituti Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli.

Tre ore per tentare di smontare le accuse. L'appalto è stato aggiudicato nel rispetto della legge, avrebbe risposto il prefetto, a una delle principali imprese d'Italia e del mondo specializzata in sicurezza. Sulla posizione del marito, la Iurato avrebbe semplicemente ricordato che il consorte era manager della Datamat prima che quest'azienda si fondesse con Elsag (passaggio avvenuto nel 2007).

Gli appalti fanno riferimento al Piano sicurezza 2007 voluto dal governo Prodi per Napoli: costruzioni di caserme, realizzazione di impianti per la videosorveglianza, trasferimento del Cen dalla caserma di via Conte della Cerra a quella dismessa di Capodimonte. Un Piano sicurezza da quasi 400 milioni di euro varato per dare una risposta all'escalation di delitti e criminalità che attraversò Napoli in quel periodo. Una risposta all'emergenza che ha visto in prima fila i vertici del Viminale finiti sotto la lente della magistratura. E tra questi proprio la Iurato.

L'appalto per il Cen fu aggiudicato (ma mai attuato) a un consorzio temporaneo di imprese guidato dalla Elsag Datamat e che comprendeva Vitrociset spa, Engeneering ingegneria informatica spa, Cap Gemini Italia spa, Organizzazione impianti tecnologici (Oit) srl. Alla gara rispose, prima di ritirarsi, anche la Selex comunication controllata da Selex sistemi integrati, uno dei pilastri di Finmeccanica.Il 21 aprile le sedi di Elsag Datamat e delle altre società - fra Roma, Napoli e Genova - sono state perquisite dalla Dia di Napoli diretta dal vicequestore Maurizio Vallone. Perquisizioni che hanno interessato anche la sede di Finmeccanica in via Monte Grappa a Roma.

Attraverso il sequestro di una serie di documenti (anche supporti informatici) i magistrati sono arrivati al nome della Iurato. Insieme al prefetto dell'Aquila, lunedì la Procura aveva ascoltato i dirigenti ministeriali Salvatore Saporito e Giovanni Conti. Domani sarà la volta di Nicola Izzo, vicecapo della polizia, che alla fine degli anni Novanta è stato questore a Napoli. Il braccio destro di Manganelli, che sarà ascoltato come teste ma potrebbe diventare indagato, è l'autorità che gestisce i fondi del Piano operativo per il Mezzogiorno e al pool di magistrati dovrà spiegare quali procedure e criteri vengono adottati per assegnare gli appalti.Il 17 novembre dell'anno scorso i pm, in un filone d'inchiesta parallelo, avevano ascoltato anche Giampaolo Tarantini, l'imprenditore pugliese che avrebbe procurato escort a Silvio Berlusconi. Lo stesso capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, era stato ascoltato in questa sorta di catena di Sant'Antonio delle indagini che si allarga giorno dopo giorno.

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