Fondi ricostruzione non dovuti Gli sequestrano 420mila euro

Blitz del Nucleo di polizia tributaria della Finanza, l’accusa è indebita percezione a danno dello Stato Nel mirino la ristrutturazione di un’abitazione a Civita di Bagno «indicata falsamente come prima casa»

L’AQUILA. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro di disponibilità finanziarie e di beni immobili per un valore di circa 420mila euro disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila Guendalina Buccella nei confronti di un uomo di 62 anni, C.B., che è indagato per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

L’uomo, secondo l’accusa, aveva chiesto un contributo – in nome e per conto della madre, successivamente deceduta – per la ristrutturazione e riparazione della propria unità abitativa danneggiata dal sisma del 2009.

La misura cautelare appena eseguita giunge al termine di indagini delegate dalla Procura della Repubblica dell’Aquila, nell’ambito di una più ampia attività investigativa finalizzata a riscontrare la sussistenza dei requisiti che legittimano l’accesso ai finanziamenti pubblici destinati alla ricostruzione degli immobili, costituenti abitazione principale, danneggiati dal terremoto del 2009.

Gli investigatori, a seguito di articolate e complesse investigazioni di polizia giudiziaria, hanno accertato che l’indagato aveva richiesto e ottenuto il contributo per conto della madre, attraverso «false autocertificazioni». In particolare, sostiene l’accusa, sarebbe stato attestato che l’immobile beneficiario della misura di sostegno pubblico fosse adibito ad abitazione principale/stabile dimora della genitrice.

Le indagini condotte dai finanzieri hanno rivelato, invece, che all’epoca del terremoto la donna dimorava abitualmente nell’abitazione del figlio, in un altro numero civico, e aveva, per di più, la residenza anagrafica in un altro indirizzo, anch’esso diverso da quello dell’immobile ricostruito con i contributi pubblici.

Questa condotta, integrando gli estremi del reato di indebita percezione di erogazione a danno dello Stato, ha portato all’esecuzione del provvedimento di sequestro nei confronti dell’indagato della somma pari a quella indebitamente percepita. La richiesta di sequestro preventivo era stata firmata dai sostituti procuratori della Repubblica Fabio Picuti e Simonetta Ciccarelli.

Il sequestro è scattato a seguito delle indagini di natura patrimoniale condotte dai militari della Guardia di Finanza che hanno consentito di ricostruire e quantificare i beni e le disponibilità finanziarie riconducibili all’indagato. «Il servizio svolto», fanno sapere dalle Fiamme gialle, «testimonia la crescente attenzione posta dalla Guardia di Finanza nel contrasto alle condotte illecite e fraudolente perpetrate a danno delle risorse pubbliche nazionali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA