Fucino, è allarme per i depuratori

15 Marzo 2014

Le associazioni degli agricoltori chiedono l’intervento del prefetto: a rischio l’economia locale

AVEZZANO. Allarme depurazione delle acque del Fucino. Confagricoltura, Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Coldiretti chiedono l’intervento del prefetto Francesco Alecci.

Torna a scrivere ad Alecci anche il comitato “A tutela di Celano- Acqua nostra”, a guida di Gianvincenzo Sforza, che chiede un nuovo incontro per fare il punto della situazione.

Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, invece, chiama in causa gli assessori regionali al ciclo idrico integrato, Angelo Di Paolo, e alle attività produttive, Alfredo Castiglione, affinché impongano ai due enti regionali, ex Ato e Consorzio del nucleo industriale, il superamento dei contrasti sulla gestione del nuovo depuratore, attraverso la corretta applicazione della norma che prevede un solo gestore del servizio idrico integrato (nella Marsica è il Cam) e vieta la sub-concessione.

«Lo stato in cui versano i depuratori del Fucino» commentano Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura, insieme ai rappresentanti di Cia e Coldiretti, «potrebbero avere conseguenze gravissime sull’economia agricola locale. Questa evenienza rischia di distruggere il lavoro di una moltitudine di operatori agricoli e di incidere pesantemente sul comparto agricolo fucense, il più importante del territorio con il 25% del Pil regionale, 2mila imprese agricole presenti e un totale di 9.800 lavoratori».

«È necessario che le amministrazioni locali comprendano l’importanza della situazione e si decidano a fare i fatti» dice il direttore di Coldiretti L’Aquila, Massimiliano Volpone, «ecco perché riteniamo che l’intervento del prefetto possa andare oltre i richiami formali alla responsabilità degli enti coinvolti ed attivare con ogni sollecitudine i poteri sostitutivi che la legge offre per questa emergenza. Nel frattempo» aggiunge il direttore, annunciando che verranno attivate iniziative di tutela degli interessi degli associati in caso la situazione non si risolva in tempi brevi «abbiamo sollecitato il Consorzio di bonifica Ovest per mettere in atto i provvedimenti necessari ad assicurare un regolare servizio irriguo e chiedere il divieto di scarico delle acque non idonee nei canali consortili per non inquinare la risorsa idrica che il Consorzio, a spese dei consorziati, distribuisce sull’alveo del Fucino».

Magda Tirabassi

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