Fucino, ecco il piano anti-siccità: 30 pozzi in funzione e vigilanza 

Vertice in prefettura. Il Consorzio si è impegnato a pompare acqua senza interruzioni fino a fine mese Ma il caro energia è un problema. Le associazioni spingono per gli aiuti economici della Regione

AVEZZANO. Pozzi tutti in funzione e maggiori controlli sul rispetto delle ordinanze per il fermo irriguo. Ecco il piano d’azione per far fronte all’emergenza siccità che continua a imperversare nel Fucino, discusso ieri pomeriggio nel corso di un vertice convocato in prefettura all’Aquila al quale hanno preso parte gli amministratori dei Comuni della piana (Avezzano, Luco dei Marsi, Ortucchio, Trasacco, San Benedetto dei Marsi, Celano, Cerchio, Aielli, Collarmele e Pescina; assente Gioia dei Marsi), il capo segreteria dell’assessorato all’Agricoltura, le associazioni di categoria (Confagricoltura L’Aquila Cia L’Aquila-Teramo) e il colonnello del carabinieri Nicola Mirante.
IL PIANO D’AZIONE
A prendere la parola per primo è stato il direttore del Consorzio di bonifica Ovest Liri-Garigliano che ha illustrato la situazione relativa alla riserva irrigua. Uno scenario stabile, ma che non incute massima tranquillità soprattutto in vista delle previsioni meteo che annunciano una rimonta del caldo africano già dai prossimi giorni. Il Consorzio si è posto l’obiettivo di mantenere il pompaggio di acqua di tutti i pozzi della rete fino alla fine di luglio sostenendo che durante le giornate di fermo si nota un lieve innalzamento del livello della falde che proprio grazie a questo accorgimento non sono a un livello critico. Il Consorzio dispone di circa una trentina di pozzi. Al momento sono tutti attivi, tranne quello Strada 39, nel territorio del comune di Luco dei Marsi, che è crollato in seguito a un’esplosione forse dovuta alla fuoriuscita di gas metano ed è in corso di riparazione. Il pozzo più grande che solitamente pompa 450 litri al secondo in questo momento dispone di una portata pari a un terzo della sua capacità a pieno regime. Le zone più a secco restano quelle ricadenti nei territori dei comuni di Luco e Avezzano.
L’OSTACOLO CARO ENERGIA
Alla Regione Abruzzo è stato chiesto di intervenire economicamente per «sopperire all’enorme consumo di energia elettrica» delle pompe utilizzate per attingere acqua dai pozzi: per poter far fronte all’emergenza, infatti, la rete ha bisogno di lavorare giorno e notte, ad eccezione di qualche ora di stop per evitare il surriscaldamento e quindi il danneggiamento delle pompe.
L’ORDINANZA
Nessun ritocco all’ordinanza sul fermo irriguo. Il documento firmato all’Aquila sulla gestione della siccità nella piana prevede lo stop dell’irrigazione dalle 12 del sabato alle 5 del lunedì fino al 22 agosto. Quest’anno il fermo è scattato a maggio. Un problema al quale solo la realizzazione dell’impianto irriguo a pressione potrebbe trovare soluzione. Ma la Marsica è ancora in attesa della restituzione dei 46 milioni e mezzo di euro del Masterplan dirottati dalla giunta regionale all’emergenza Covid.
L’ADEGUAMENTO DELLA RETE
Nel corso dell’incontro alcuni amministratori hanno sollevato anche la questione della necessità di adeguare il sistema irriguo dell’orto del Centro Italia portando il tema all’attenzione del prefetto Cinzia Torraco, la quale si è impegnata ad aprire un tavolo di confronto dedicato, insieme alla Regione Abruzzo, per affrontare un problema di cui si parla da decenni.
I CONTROLLI
Si è scelto in maniera unanime di non apporre modifiche all’ordinanza anche per non creare allarmismo e cambiare in corsa ciò che è stato già interiorizzato dai tanti agricoltori del Fucino. A tal proposito, però, i sindaci hanno chiesto alle forze dell’ordine di intervenire non solo nelle strade principali, ma anche in quelle secondarie. È parere condiviso, infatti, che se il fermo viene rispettato la riserva idrica è destinata a restare «a un livello di accertabile stabilità». Dissuasione e non repressione per il colonnello Mirante, comandante provinciale dei carabinieri, che ha tenuto a sottolineare come l’azione di controllo si svolga comunque nei confronti di onesti lavoratori che rischiano di perdere il raccolto e quindi il loro guadagno. A tal proposito l’ufficiale dell’Arma ha chiesto la collaborazione di tutti gli intervenuti.
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