Genitori e nonni, rabbia in via Togliatti «Riaprite il parco giochi dei bimbi»

Appelli agli amministratori comunali per risolvere il contenzioso sull’area verde attrezzata

SULMONA. Mamme, papà e nonni non ci stanno. Non accettano la chiusura del parco giochi per bambini in via Togliatti. «Dopo gli uffici, i servizi e le attività commerciali ora chiudono anche gli spazi per i nostri piccoli. È il segno di una città che sta morendo»: dicono in coro. «Il parco è stato sempre un punto di riferimento per noi genitori», dice Annalisa Mirandola, «un luogo pulito e sicuro in cui far giocare i nostri bambini. L’unico spazio verde attrezzato che non possiamo assolutamente far morire».

Davanti alla scuola, sfidano la pioggia pur di tenere su un problema che, sostengono, sarà portato all’attenzione del sindaco, attraverso il coinvolgimento del dirigente del terzo circolo, Enea Di Ianni, che è anche assessore nell’esecutivo del Comune. «Il sindaco dovrebbe capire anche le esigenze dei bambini», incalza Barbara Abbattista, «gli spazi a loro dedicati sono così pochi e non può assolutamente permettersi di girarsi dall’altra parte di fronte a questa situazione».

«Siamo disposti anche a pagare un biglietto di ingresso pur di mantenere in piedi la struttura», è la proposta di Alessandro Petrella, papà di due bambini, «anche se il Comune potrebbe affidare ai tanti lavoratori socialmente utili che si trovano in municipio il compito di rendersi finalmente utili a livello sociale tenendo aperta e ben custodita la struttura».
Concetto condiviso anche da Giuseppina Petito e Lidia Di Domizio. Mentre per Carlo Gizzi e Cesidio Cesta il parco giochi potrebbe addirittura creare nuove opportunità lavorative. «Magari affidando il parco giochi a una cooperativa di giovani», propone Gizzi, «che oltre a quello di viale Togliatti, potrebbero gestire altri spazi nelle varie zone della città, incrementando il servizio a favore delle famiglie e dei bambini».

La decisione da parte dell’attuale gestore di riconsegnare le chiavi al Comune è principalmente scaturita dal fatto che gli amministratori non gli hanno concesso l’autorizzazione ad aprire un chiosco di ristoro all’interno del parco giochi. «Magari solo perché c’è stato qualche commerciante che ha protestato», interviene Dino Iacobucci. Daniela Gizzi e Virginia Villanucci aggiungono: «Viene tolta ai nostri bambini la possibilità di stare all’aria aperta».
«Potrebbe essere un angolo di paradiso», evidenzia Franca Cantelmi, insegnante del terzo circolo, «un luogo di socializzazione per allontanare i nostri bambini da computer e dai videogiochi che non fanno altro che reprimere la voglia di trascorrere qualche ora all’aria aperta».