Giovane aquilano suicida per amore, il perito: no a istigazione

29 Aprile 2013

La ricostruzione dei fatti e le deposizioni escluderebbero qualsiasi reato. Gli atti, dopo l’incidente probatorio, tornano alla procura per le richieste

L’AQUILA. Le indagini non chiariscono le ragioni per le quali alcuni mesi fa un giovane di 23 anni, originario di un paese molto vicino al capoluogo, si tolse la vita. Una vicenda che spezzò il cuore ai suoi familiari, agli amici e al popolo di Facebook data la gran mole di messaggi di incredulità, dolore e cordoglio che si intrecciarono per quel gesto inspiegabile commesso dallo stimatissimo ragazzo, forse vittima della sua sensibilità. La partecipazione emotiva, dunque, fu davvero grande.

Su quella morte la Procura della Repubblica volle vederci chiaro se non altro per sgomberare il campo dalle varie ipotesi e fu avviata un’inchiesta, inizialmente contro ignoti, per il reato di istigazione al suicidio, una fattispecie di reato molto grave che in caso di colpevolezza prevede una pena fino a 15 anni di carcere.

I sospetti scaturirono dalle affermazioni discordanti tra la sua fidanzata e gli amici. Bisognava capire se alla base di queste discordanze ci fosse qualcosa o si trattasse solo di inesattezze e di poco conto.

Si decise di nominare un perito che tentasse di ricostruire i fatti sentendo le parti e arrivando a fare delle conclusioni.

Secondo quanto si è appreso non sono emersi fatti nuovi che in qualche modo chiarissero le responsabilità. Fin qui l’esito della perizia fermo restando che gli atti sono stati restituiti alla Procura per le determinazioni del caso: richiesta di archiviazione, altre indagini, etc), L’impressione è che. ammesso (e non concesso che ci siano state responsabilità) queste non solo comunque dimostrabili.Va anche detto che le dichiarazioni confliggenti che ci furono devono essere considerate alla luce del fatto che vennero rilasciate da giovani condizionati e avviliti da quella tragedia e dunque forse non illuminati dalla giusta serenità e distacco ma di certo in buona fede. La partecipazione della gente a questa tragedia fu talmente imponente che il giorno dei funerali nella chiesa parrocchiale del paese di cui era originario il giovane non ci fu posto per tutte le mille persone intervenute per l’addio. Tra questi anche l’assessore provinciale e amico di famiglia, Mauro Fattore.

DENUNCIA. Gli agenti della squadra volante hanno dneunciato a piede libero S.H.E.H., di 28 anni, in quanto ritenuto responsabile del reato di mancata esibizione di permesso di soggiorno, passaporto o altro documento che attestasse la regolare presenza dello straniero nel territorio nazionale. Si tratta di un tipo di controllo molto frequente da parte della polizia per via delle numerose presenze di stranieri in città dopo il sisma.

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