Giudice di pace manca il personale Ufficio al collasso

Un solo magistrato per un numero di cause lievitato dopo la chiusura delle sedi di Pratola e Castel di Sangro

SULMONA. Ufficio del giudice di pace al collasso con una sola persona in servizio. Dal primo gennaio Franco Cavallone è andato in pensione e a portare avanti l’ufficio di via Silvestro Di Giacomo (zona San Francesco) è rimasta solo Gianna Cipriani. Il presidio si occupa delle cause di un territorio di oltre 50mila abitanti, che si estende da Pescasseroli alla Valle Subequana. L’ufficio rischia così la paralisi in mancanza di nuove nomine. Sono 986 i procedimenti, di cui 684 civili e 302 penali, discussi nell’ultimo anno nell’ufficio sulmonese, secondo i dati statistici aggiornati al 31 dicembre scorso. Dal 16 dicembre del 2014, con la chiusura dei presìdi di Castel di Sangro e di Pratola, le cause sono aumentate. L’ennesima perdita per l’Alto Sangro che ha provocato tanti disservizi per utenti e dipendenti. L’accorpamento con Sulmona per Castel di Sangro e Pratola era stato deciso a dicembre 2011, nell’ambito di una più ampia riforma della geografia giudiziaria. Così, l’ufficio di Sulmona, che fino a qualche anno fa aveva tre giudici, è investito ora di tutti i processi civili e penali del già vasto territorio di competenza. Con una situazione destinata a peggiorare a causa delle nuove disposizioni del ministero della Giustizia che intende aumentare le competenze dei giudici di pace, che già ora lamentano di essere sottopagati e non tutelati da alcuna garanzia previdenziale e contributiva. Da qui è partita la sollecitazione al presidente della Corte d’Appello dell’Aquila per la nomina di un altro giudice di pace. Al momento, l’unico magistrato onorario in servizio si occupa di civile e penale. Nel frattempo, le istituzioni si stanno muovendo per riaprire l’ufficio di Castel di Sangro e il sindaco Angelo Caruso ha già reperito i locali dove riaprire il presidio, che rischiano di restare vuoti senza una nuova nomina. Il giudice di pace è competente per le cause su beni mobili di valore non superiore a 5mila euro; per quelle di risarcimento del danno da circolazione di veicoli per non più di 20mila euro; oltre che per le cause, di qualunque valore, su alberi e siepi, condomìni, rumori, interessi da ritardato pagamento e prestazioni varie.

Federica Pantano

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