Gli ingegneri: pratiche respinte per 500 euro

Professionisti aquilani denunciano gli intoppi nelle procedure.

L’AQUILA. Un palazzo «riparabile» bloccato da due mesi per 1800 euro di contestazione. Un’altra perizia da integrare per 500 euro di surplus su un contributo complessivo di 50mila euro. «Sono questi i lacci che stanno frenando la ricostruzione leggera». Gli ingegneri non ci stanno e passano al contrattacco, dopo le dichiarazioni al Centro del responsabile del procedimento della Protezione civile Mauro Dolce («La partita delle case B e C è destinata a chiudersi entro fine mese»). Per alcuni professionisti aquilani non c’è nulla di chiuso.

LE SPINE. «Se la contestazione riguarda poche centinaia di euro di differenza tra il chiesto e il concesso, è davvero uno spreco di tempo e di denaro che ci si potrebbe risparmiare», spiega uno dei professionisti che in questi giorni è alle prese con la revisione delle perizie. «Infatti ci sono casi in cui l’adeguamento richiesto riguarda cifre davvero irrisorie rispetto al costo complessivo dei lavori di riparazione. Questo elemento è stato segnalato più volte. L’osservazione sulla domanda ci costringe a rivedere la perizia, con conseguente allungamento dei tempi per avviare i lavori di ricostruzione nelle case classificate B e C. Intanto i lavori sono fermi, e molti dei proprietari di quegli appartamenti che si potrebbero riparare senza grossi ostacoli continuano a stare fuori casa e a gravare sulla collettività in termini di ospitalità negli alberghi oppure in relazione agli altri sussidi a disposizione di chi non ha casa».

IL SILENZIO-ASSENSO. Gli ingegneri ricordano anche che un altro dei punti controversi non è stato ancora chiarito dal Comune, nonostante le ripetute sollecitazioni. Si tratta del silenzio-assenso che dovrebbe scattare trascorso il termine dei 60 giorni (30 più 30) dal deposito della perizia. E invece, sempre secondo i tecnici, «sono sempre più frequenti i casi di perizie osservate ben oltre il decorso di questi termini, il che, oltre a rappresentare una violazione di legge, non mette al riparo il cittadino da spiacevoli sorprese. Chi crede di aver maturato un diritto può perderlo da un momento all’altro. Magari un cittadino va allo sportello credendo di ritirare il contributo definitivo e invece scopre che deve ricominciare daccapo».

LA REPLICA ALL’ANCE. Dopo la pubblicazione dell’intervista al presidente nazionale dell’Ance Paolo Buzzetti («All’Aquila bisogna ripristinare le regole. L’emergenza è finita, si torni agli appalti»), la Protezione civile ha diffuso una nota di replica agli imprenditori del mattone, che riportiamo integralmente. «Alcuni organi di stampa», (la Repubblica e il Centro, ndr), «hanno riportato recenti dichiarazioni del presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) sulle modalità di affidamento dei lavori fino ad ora eseguiti in Abruzzo a seguito del sisma dello scorso 6 aprile, che ha tra l’altro affermato che “fino a ora si è andato avanti con gli affidamenti diretti e con poteri discrezionali affidati alla Protezione civile”. Il Dipartimento della Protezione civile precisa, al riguardo, che per le 185 palazzine antisismiche del progetto Case, in cui hanno già trovato ospitalità oltre 12mila cittadini aquilani, i lavori sono stati affidati seguendo le normali procedure con un bando di gara europeo.

Anche per i Map, gli chalet di legno in cui sono già state alloggiate circa 2mila persone, si è fatto ricorso a un bando di gara europeo, rispettando, anche in questo caso, il principio della massima trasparenza. Appare, quindi, del tutto ingiustificato il richiamo del presidente dell’Ance a un ritorno alla trasparenza, dal momento che le opere realizzate all’Aquila dal 6 aprile a oggi sono state seguite procedure ordinarie nell’affidamento dei lavori. D’altro canto, è sufficiente visitare il sito www.protezionecivile.it per trovare il resoconto analitico delle gare espletate e affidate, nonché lo stato di avanzamento dei lavori per i diversi progetti, informazioni messe nelle disponibilità di tutti proprio con l’obiettivo di garantire la massima trasparenza».